Cambiare mondo per cambiare il mondo: la pratica nella consulenza filosofica

“Cammina sul fermo suolo della non-oggettività del reale”

(Tilpoa)

 

Rimettere l’energia del denaro nelle mani della Grande Madre: è con questo invito che Selene Calloni Williams – mia Insegnante alla Scuola di Nonterapia (ora Imaginal Academy) ci saluta e conclude l’open day della scuola di yoga sciamanico.

Ritrovarla, ritrovarsi, è sempre un’emozione speciale e, dopo anni di pratica, basta un solo respiro per connettersi con la dimensione immaginale del reale di cui parlano yogin, mistici e sciamani e a cui oggi si aprono anche la filosofia e la psicologia.

Il mondo, in chiave immaginale, perde la sua oggettività, non perchè si perda contatto con ciò che accade, ma perchè, al contrario, si recupera una percezione non alterata dallo schema mentale imperante nell’Occidente aristotelico, che divide, analizza, separa ciò che, secondo altre prospettive, è invece unito e unico.

Uscire dal mondo, in questo senso, non signifca isolarsi, ma riappropriarsi della possibilità di osservare gli eventi con altri occhiali.

E, quando si cambia il filtro con cui si leggono gli eventi, cambia anche la realtà che abitiamo.

Se i fatti, dunque, restano gli stessi, ciò che possiamo fare lavorando sul respiro, con i mantra o attraverso il dialogo in una sessione di consulenza o counselling filosofico, è esplorare il nostro “perimetro” (ossia l’insieme delle credenze, delle idee, dei valori che guidano le nostre azioni) per poi valutare se tale rappresentazione del mondo – la nostra mappa mentale – sia fondata e contribuisca al nostro benessere.

La consulenza filosofica, in particolare, pone l’accento sulla possibilità che il consulente e il consultante hanno di interrogarsi su una o più interpretazioni del reale, mentre nel counselling il confronto è finalizzato all’attivazione di un cambiamento o all’individuazione di un’alternativa.

In entrambi i casi, la dimensione dialogica può poi essere integrata con pratiche esperienziali, come una breve meditazione o un esercizio corporeo, che imprimano sin nella memoria cellulare le informazioni acquisite o le scelte compiute.

Teoria e pratica, dunque, come sostegno nel processo che conduce alla piena realizzazione di sè e come dimensioni complementari che lavorano in modi diversi per lo stesso scopo.

Ecco perchè, sempre citando Selene, non è necessario uscire dal mondo per cambiare: il passaggio, piuttosto, è dentro di noi.

E’ il cambiamento di paradigma, infatti, insieme alla capacità di osservare noi stessi e il mondo – anche il denaro – con occhi nuovi e secondo paramentri nuovi, che induce una trasformazione nella realtà circostante.

Con l’augurio di poter conservare la capacità di guardare il mondo con gli occhi dell’anima,

Valeria

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