{"id":9656,"date":"2017-02-12T13:26:45","date_gmt":"2017-02-12T12:26:45","guid":{"rendered":"https:\/\/filosofiaamica.it\/?p=9656"},"modified":"2022-06-06T21:01:28","modified_gmt":"2022-06-06T19:01:28","slug":"il-diario-alimentare-quando-scrivere-significa-cambiare","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/filosofiaamica.it\/applicare-le-pratiche\/il-diario-alimentare-quando-scrivere-significa-cambiare\/","title":{"rendered":"Il Diario Alimentare: quando scrivere significa cambiare"},"content":{"rendered":"
“Le abitudini<\/strong> sono come una fune. Ne intrecciamo un trefolo ogni giorno e ben presto non riusciamo pi\u00f9 a spezzarla”.<\/em> <\/p>\n La prima volta in cui ho iniziato ad annotare<\/strong> su un pezzo di carta ci\u00f2 che mangiavo, mi sono sorpresa.<\/p><\/blockquote>\n Da diversi anni, ormai, dedico tempo e cura al momento del pasto<\/strong>: cucino con amore, soprattutto quando ho l’opportunit\u00e0 di avere qualcuno con cui condividere<\/strong> pranzi o cene. Amo scegliere<\/strong> di persona gli ingredienti e stupire i miei ospiti<\/strong> con manicaretti vegetariani e piatti colorati, ricchi di frutta, verdura e cereali.<\/p>\n Eppure, nel momento in cui ho iniziato a tenere un diario alimentare<\/strong>, mi sono resa conto di quanto, spesso, facessi scelte inconsapevoli.<\/strong><\/p>\n Non che non mi rendessi conto di cosa, quando e quanto mangiassi, ma un conto \u00e8 essere nel cuore dell’esperienza,<\/strong> ovvero, essere immersi nella cucina di casa o seduti al ristorante, un altro \u00e8 osservarla da fuori, come uno spettatore<\/strong>.<\/p><\/blockquote>\n Trascrivere<\/strong>, oltre a quando, dove e cosa mangio, anche i luoghi<\/strong> in cui lo faccio e i sentimenti o i pensieri<\/strong> che accompagnano questi gesti, ha aperto delle porte inaspettate e, in brevissimo tempo, quello che \u00e8 iniziato come un esercizio<\/strong>, \u00e8 diventato un appuntamento con me stessa<\/strong> che mi permette di guardarmi dentro per alcuni attimi<\/strong> prima di reimmergermi nella fitta agenda delle cose da fare.<\/p>\n Dal piatto forte ai condimenti,<\/strong> ci troviamo ad ingerire una buona dose di alimenti che contribuiscono a rendere il corpo forte e robusto oppure ad appesantirlo e caricarlo di scorie inutili.<\/p>\n Solo mettere<\/strong> nero su bianco<\/strong> ci\u00f2 che consumo durante la giornata mi ha permesso di prenderne coscienza. <\/strong><\/p><\/blockquote>\n E se l’ascolto di me stessa e una – forse – particolare sensibilit\u00e0,<\/strong> mi hanno permesso di “sentire”, cio\u00e8 di vivere sulla mia pelle<\/strong>, quanto sia importante nutrirsi in un ambiente sereno, magari in silenzio o con musica classica<\/strong> in sottofondo, di quanto contino l’intenzione e l’atteggiamento<\/strong> con il quale ci sediamo a tavola per evitare che il momento del pranzo o della cena venga inconsciamente abbinato a emozioni o stati d’animo<\/strong> di ansia, tensione, preoccupazione o euforia, ecco che scriverlo, mi ha dato lo stimolo per cambiare<\/strong>.<\/p>\n Sapere<\/strong>, infatti, non basta<\/strong>: \u00e8 l’azione, la pratica che trasforma<\/strong>. E scrivere \u00e8, di fatto, il primo passo verso scelte pi\u00f9 oculate.<\/p><\/blockquote>\n Per questo ti propongo <\/strong>di provare a ascrivere un diario alimentare<\/strong> per almeno 10 giorni <\/strong>e poi vedere che succede.<\/p>\n E ricorda<\/strong>: \u201cNel momento in cui si porta l\u2019attenzione su qualcosa, anche su un sottile filo d\u2019erba, questo diviene un misterioso e affascinante mondo in se stesso\u201d.<\/em><\/p>\n
\n(Horace Mann)<\/em><\/p>\n