{"id":9490,"date":"2016-12-29T11:52:10","date_gmt":"2016-12-29T10:52:10","guid":{"rendered":"https:\/\/filosofiaamica.it\/?p=9490"},"modified":"2017-01-03T10:36:04","modified_gmt":"2017-01-03T09:36:04","slug":"le-10-regole-della-cucina-zen","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/filosofiaamica.it\/applicare-le-pratiche\/le-10-regole-della-cucina-zen\/","title":{"rendered":"Le 10 regole della cucina zen"},"content":{"rendered":"

La filosofia orientale \u00e8 affascinante ma spesso oscura per noi occidentali. Il pensiero cos\u00ec diverso la rende quasi mistica.\u00a0Se ci si avvicina senza pregiudizi<\/strong> e con i giusti tempi, per\u00f2, ci si accorge che in fondo non \u00e8 cos\u00ec diversa dalle nostre antiche tradizioni<\/strong>, in cui nulla andava sprecato, in cui una preghiera anticipava il pasto<\/strong>, in cui i cibi venivano cotti dalla donna di casa sin dal mattino, con i tempi e i cicli imposti dalla natura<\/strong>.<\/p>\n

Poi, tutto \u00e8 cambiato molto velocemente, dopo la rivoluzione industriale e ancora alla fine della Seconda Guerra Mondiale, e molto di tutto ci\u00f2 \u00e8 andato perso.<\/p>\n

La filosofia orientale ci d\u00e0 la possibilit\u00e0 di ritornare alle nostre origini<\/strong> anche se per farlo, in questo caso, si deve partire da una cultura molto lontana e\u00a0 allora ecco\u00a0di seguito le 10 regole della cucina Zen (che poi tanto assomiglia a quella delle nonne nate all\u2019inizio del secolo scorso), che potete trovare anche nel libro \u201cLa cucina del monaco buddista<\/strong>\u201d, di Aoe Kakuho<\/strong>, edito da Vallardi:<\/p>\n

    \n
  1. Nutrire l\u2019anima allontanando le passioni oscuranti<\/strong>: quindi niente carne o pesce, che implicano di fatto violenza verso altri esseri, ma anche i sapori troppo decisi come quelli di aglio e cipolla sono esclusi. Viene chiamata anche: la cucina dell\u2019anima.<\/li>\n
  2. Preparare il cibo con cura e mangiare con tranquillit\u00e0.<\/strong> Innanzitutto, preparare un buon brodo \u201cdashi\u201d, poi bollire le verdure, far cuocere il riso, e cos\u00ec via, senza preoccuparsi del tempo che passa, di quanto ci si sta impiegando. Se non amate il brodo la stessa calma la potete applicare anche alla pastasciutta.<\/li>\n
  3. Il riso e le coccole<\/strong>. Una ciotola di riso bollito purifica l\u2019anima, \u00e8 un piatto che non ha bisogno di nient\u2019altro, n\u00e9 profumi, n\u00e9 sapori aggiuntivi. E\u2019 cibo puro. Il riso (e tutti gli ingredienti, aggiungiamo noi)\u00a0 va \u201ccoccolat\u201do sin da quando si estrae dalla confezione: fare attenzione nel lavarlo e una volta in pentola controllare il fuoco. Si deve essere riconoscenti al riso \u201ce a tutti i cereali in chicco presenti nelle varie zone del mondo\u201d perch\u00e9 sono il cibo pi\u00f9 vicino a noi e di cui non si pu\u00f2 fare a meno.<\/li>\n
  4. Nulla va sprecato<\/strong>: i semi del peperone che vengono tolti possono essere usati nella composizione delle frittelle, le foglie del sedano staccate dal gambo per fare una tempura, le bucce degli ortaggi bio essiccati al sole sono ottimi per fare un buon brodo, con il gambo dei broccoli ci si pu\u00f2 cucinare una crema. Addirittura, l\u2019acqua di risciacquo del riso pu\u00f2 essere usata per lessare le verdure, non la prima acqua, per\u00f2: il primo lavaggio la rende troppo torbida, anche questa non va comunque buttata, ma usata per innaffiare le piante (a loro piacer\u00e0).<\/li>\n
  5. 5. I pasti, ma soprattutto gli antipasti, si preparano richiamando alla mente il volto di coloro per i quali si cucina<\/strong>. Ci si deve mettere tutta l\u2019anima nel preparare gli antipasti in modo tale che l\u2019ospite venga accolto nel migliore dei modi trasmettendogli gioia. Attraverso gli antipasti si pu\u00f2 comunicare il benvenuto e la disponibilit\u00e0 ad accogliere l\u2019ospite a cuore aperto. E\u2019 un incontro tra anime.<\/li>\n
  6. Le ricette non riescono mai esattamente come la volta precedente,<\/strong> il risultato che si ottiene non sar\u00e0 mai il medesimo. Non bisogna arrabbiarsi, ma piuttosto interrogarsi con umilt\u00e0 su quali ne siano i motivi. Le differenze non devono turbarci. Solo comprendendo la mutevolezza del mondo che non va mai come vogliamo ci si potr\u00e0 liberare della rabbia e dell\u2019inquietudine.<\/li>\n
  7. Eseguire le lavorazioni a mano<\/strong>. Ad esempio, pestare gli ingredienti al mortaio anzich\u00e9 frullarli con un robot da cucina dar\u00e0 l\u2019occasione per abbandonarsi all\u2019ascolto della propria anima. Qualcuno ci ha fatto arrabbiare? Se in fondo al cuore si trovano sentimenti oscuri, vanno schiacciati come gli ingredienti nel mortaio: macinare con calma per calmare la nostra anima.<\/li>\n
  8. Riordinare la cucina<\/strong>: un compito quotidiano che aiuta a mantenere serenit\u00e0 e calma cos\u00ec come lavarsi accuratamente, riassettare il letto, recitare i sutra, le \u201cpreghiere\u201d. Qualsiasi cosa si provi a fare ne capirete il senso solo dopo averla ripetuta tutti i giorni.<\/li>\n
  9. 9. I dolci vanno consumati con moderazione<\/strong>. Rallegrano l\u2019anima e sono divertenti e piacevoli, ma non indispensabili per la sopravvivenza. In ogni caso, si avr\u00e0 cura di bilanciare il gusto, cos\u00ec da far rivivere la dolcezza originaria degli ingredienti senza renderla stucchevole.<\/li>\n
  10. Il livello pi\u00f9 alto di consapevolezza a tavola \u00e8 rappresentato da colui che rende sempre omaggio per il cibo che consuma.<\/strong> Si rende omaggio alla terra che ne ha permesso la crescita dei vegetali, al contadino che l\u2019ha coltivata, al cuoco che l\u2019ha preparata e in ogni caso a Dio, qualunque esso sia, che ci ha permesso di consumare e assaporare il pasto. Un semplice gesto, un inchino, un pensiero di gratitudine.<\/li>\n<\/ol>\n

    (tratto da: Roberto Castellucci,\u00a0Vegolosi.it<\/em>)<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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