{"id":5896,"date":"2015-03-01T13:19:14","date_gmt":"2015-03-01T12:19:14","guid":{"rendered":"https:\/\/filosofiaamica.it\/?p=5896"},"modified":"2015-03-01T23:55:23","modified_gmt":"2015-03-01T22:55:23","slug":"tempo-di-ricominciare","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/filosofiaamica.it\/applicare-le-pratiche\/tempo-di-ricominciare\/","title":{"rendered":"Tempo di ricominciare"},"content":{"rendered":"

Questa \u00e8 l’immagine che ho impostato oggi come sfondo del desktop.<\/p>\n

L’ho messa per ricordarmi di tutte le gabbie<\/strong> di cui sono stata prigioniera, di tutte quelle di cui ancora lo sono e di tutte quelle di cui potrei esserlo in futuro.<\/p>\n

Sono gabbie\u00a0le favole<\/strong> che ci raccontiamo su noi stessi, sugli altri, sul mondo,\u00a0\u00a0le immagini di noi<\/strong> che costruiamo\u00a0per impedirci di vedere ci\u00f2 che c’\u00e8 davvero – quello che di noi\u00a0non ci piace, insomma. Sono gabbie gli schemi mentali<\/strong> che generano i problemi.<\/p>\n

E’ una gabbia l’ ostinazione<\/strong> a voler risolvere questi problemi usando gli stessi modelli che li hanno generati, cos\u00ec come \u00e8 una gabbia non voler accettare<\/strong>\u00a0le cose per come sono o i suggerimenti perch\u00e8 tanto “io so che cosa \u00e8 bene, che cosa \u00e8 meglio, che cosa \u00e8 giusto”: quanta chiusura<\/strong> in questi modi di fare che, confesso, mi appartengono tutti<\/em>!<\/p>\n

Ho scelto questa immagine\u00a0per ricordarmi che le gabbie della mente possono essere pericolose e portarci a vivere in un mondo parallelo<\/strong>, quello dei simboli, dei miti, degli archetipi<\/strong> che – in un certo senso – non sono meno reali o meno veri di ci\u00f2 che possiamo toccare, annusare, vedere con gli occhi – quelli fisici intendo – ma certo possono farci perdere il contatto con ci\u00f2 che c’\u00e8<\/strong>.<\/p>\n

E possono indurci\u00a0a rifiutare<\/strong> ci\u00f2 che la vita ci offre, qui ed ora, in nome di qualcosa che inseguiamo<\/strong>,\u00a0senza accorgerci che, cos\u00ec facendo, stiamo in realt\u00e0 rifiutando la vita<\/strong>, quella a cui tanto aneliamo, senza accorgerci che rifiutiamo le esperienze reali in nome di quelle che vorremmo vivere e<\/strong>\u00a0questa \u00e8 l’antitesi della meditazione, della mindfulness, della spiritualit\u00e0: vogliamo vivere la vita in un certo modo, vogliamo che la vita sia in un certo modo, che si adatti alle nostre esigenze<\/strong> e perdiamo la capacit\u00e0 di stare con le cose cos\u00ec come sono, di giocare con le esperienze, di stare nel mondo, nella diversit\u00e0, con ci\u00f2 che esce dagli schemi… di nuovo, quanta chiusura!<\/p>\n

Per\u00f2 la porta della\u00a0gabbia \u00e8 aperta, perch\u00e8 le gabbie siamo noi stessi a costruirle e, una volta che le vediamo<\/strong>, che le riconosciamo, smettono di tenerci prigionieri<\/strong> ed, anzi, ci permettono di fare un passo avanti<\/strong>: non possiamo andare davvero<\/em> avanti se non siamo disposti a prendere in considerazione che, s\u00ec, il problema potremmo essere noi!<\/strong><\/p>\n

Che, se le cose sono andate o stanno andando cos\u00ec potrebbe non c’entrare l’universo, potrebbe non c’entrare il mondo, potrebbe non c’entrare nemmeno l’anima: potrebbe trattarsi di noi,<\/strong> di ci\u00f2 che siamo, del nostro modo di agire e reagire agli eventi: anche questa \u00e8 stata per me una scoperta… E allora, l’amicizia o la storia d’amore conclusa<\/strong>, s\u00ec, forse doveva concludersi, ma forse non abbiamo saputo coltivarla e mantenerla; il cliente<\/strong> che abbiamo perso, s\u00ec, forse non era pronto per ci\u00f2 che gli proponevamo, ma forse non siamo stati in gradi di capire ci\u00f2 che chiedeva.. e cos\u00ec via…<\/p>\n

Non importa, non c’\u00e8 nulla di male nel vedere i nostri sbagli: \u00e8 il primo passo per aprire la gabbia.<\/strong><\/em><\/p>\n

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