{"id":290,"date":"2010-01-06T16:18:46","date_gmt":"2010-01-06T14:18:46","guid":{"rendered":"https:\/\/filosofiaamica.it\/?p=290"},"modified":"2010-01-06T16:18:46","modified_gmt":"2010-01-06T14:18:46","slug":"erasmo-da-rottherdam-elogio-della-follia","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/filosofiaamica.it\/filosofia\/erasmo-da-rottherdam-elogio-della-follia\/","title":{"rendered":"Erasmo Da Rottherdam, Elogio Della Follia"},"content":{"rendered":"

SAGGEZZA DELLA FOLLIA<\/strong><\/p>\n

“E adesso, fatte le lodi della mia forza e del mio zelo, vi loder\u00f2 anche la mia saggezza. Vi sar\u00e0 certo chi dir\u00e0 che \u00e8 come mischiare l’acqua con il fuoco; ci\u00f2 nonostante, se mi presterete ascolto attentamente, come avete fatto finora, anche stavolta riuscir\u00f2 nel mio intento.<\/p>\n

Anzitutto: se la saggezza risulta dall’esperienza, chi \u00e8 pi\u00f9 meritevole dell’appellativo di savio: colui che di solito si chiama cos\u00ec e che, un p\u00f2 per ritrosia<\/strong>, un p\u00f2 per timidezza<\/strong>, non riesce ad intraprendere nulla, oppure il folle, che non bastano a trattenere n\u00e8 la timidezza – perch\u00e8 non ne ha – n\u00e8 il pericolo – perch\u00e8 non lo sa valutare?<\/em> Il saggio cerca rifugio nei libri degli antichi da cui non cava che sottigliezze verbali. Il folle, invece, non esitando ad affrontare situazioni pericolose, raggiunge, se non sbaglio, la saggezza vera. Cosa, del resto, che anche Omero, bench\u00e8 cieco, sembra aver visto, quando dice: <<Lo stolto impara dai fatti>>.<\/p>\n

Due ostacoli soprattutto impediscono una precisa cognizione delle azioni da compiersi: uno \u00e8 la ritrosia, che ottenebra l’animo; l’altro \u00e8 il timore, il quale rappresentando con evidenza il rischio, scoraggia l’azione.<\/strong> Ma di questi due ostacoli giova ottimamente a liberarci la Follia<\/em>. Pochi dei mortali si rendono conto quanti vantaggi conduca con s\u00e8 il non provar mai vergogna e non retrocedere davanti ad alcun rischio. Se poi preferiscono la saggezza<\/strong>, vale a dire una prudente valutazione delle circostanze del momento<\/em>, guardate un poco quanto ne sono distanti proprio coloro che affermano di possederla nel pi\u00f9 alto grado.<\/p>\n

Anzitutto \u00e8 un dato di fatto che le cose umane, come i Sileni di Alcibiade, hanno due aspetti, completamente diversi, tanto che ci\u00f2 che,\u00a0dall’esterno, \u00e8 morte, se si esamina dall’interno, \u00e8 vita; e, viceversa, ci\u00f2 che sembra\u00a0vita, \u00e8 morte. Ci\u00f2 che sembra bello, si rivela deforme, ci\u00f2 che sembra ricco misero, ci\u00f2 che sembra infame glorioso, il dotto pu\u00f2 rivelarsi ignorante, il forte debole, il generoso ignobile, il lieto triste, la prosperit\u00e0 avverist\u00e0, l’amicizia odio, il giovevole nocivo; insomma, aprendo il Sileno, trovi ogni cosa repentinamente mutata nel contrario.<\/p>\n

Se a qualcuno sembra che le mie parole siano troppo filosofiche, per costui parler\u00f2 in modo pi\u00f9 accessibile. Chi dir\u00e0 mai che un re non sia ricco e padrone di ogni cosa? Ma se il suo animo \u00e8 ignaro dei beni dell’animo e se non pu\u00f2 mai saziare la concupiscienza, non lo si dovr\u00e0 chiamare poverissimo?<\/em> Se ha l’animo in balia di molti vizi, non \u00e8 forse\u00a0pari al pi\u00f9 ignobile dei servi<\/em>? Si potrebbe continuare a filosofeggiare allo stesso modo per molto tempo ancora; ma io credo che questo esempio baster\u00e0””.<\/p>\n

(Erasmo da Rottherdam, Elogio della Follia)<\/em>\u00a0<\/strong><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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