{"id":13025,"date":"2020-08-30T10:15:06","date_gmt":"2020-08-30T08:15:06","guid":{"rendered":"https:\/\/filosofiaamica.it\/?p=13025"},"modified":"2020-08-30T10:15:06","modified_gmt":"2020-08-30T08:15:06","slug":"le-quattro-federe-sulla-paura-e-sul-coraggio","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/filosofiaamica.it\/applicare-le-pratiche\/le-quattro-federe-sulla-paura-e-sul-coraggio\/","title":{"rendered":"Le quattro federe: sulla paura e sul coraggio"},"content":{"rendered":"
“Non \u00e8 perch\u00e9 le cose sono difficili che non osiamo, \u00e8 perch\u00e9 non osiamo che sono difficili”.<\/em> <\/p>\n E’ tempo di essere coraggiosi<\/strong>!<\/p>\n Aristotele<\/strong> , nell’Etica Nicomachea<\/em>, annovera il coraggio tra le 12 principali virt\u00f9<\/strong> che l’uomo dovrebbe coltivare.<\/p>\n Essere coraggiosi \u00e8 ci\u00f2 che ti permette di scegliere l’azione,<\/strong> non solo quando l’agire viene spontaneo, non solo quando non incontriamo resistenze, ma, anzi, proprio quando agire spaventa.<\/strong><\/p>\n Non esiste coraggio, infatti, senza che vi sia, da qualche parte dentro di noi, anche la percezione della paura<\/strong>.<\/p><\/blockquote>\n Ma anche nell’essere coraggiosi bisogna evitare l’eccesso<\/strong>. Ed \u00e8 l’esercizio della phronesis<\/strong><\/em>, la saggezza pratica, che ci aiuta a non essere sconsiderati.<\/p>\n Si tratta quindi di essere ben consapevoli degli estremi e scegliere il tanto famigerato “giusto mezzo<\/strong>“. Che non \u00e8 mediocrit\u00e0, ma, appunto, saggezza.<\/p>\n Se la meditazione<\/strong><\/em>, quindi, invita ad attraversare il fiume<\/strong> e a fare esperienza, grazie a quel salto, del fatto che il nostro volo sia sempre sostenuto dall‘infinito amore<\/strong> dell’universo, la filosofia<\/strong><\/em> propone invece una via pi\u00f9 adatta a coloro che vogliono vivere contando sulle proprie forze<\/strong>.<\/p><\/blockquote>\n Non c’\u00e8 un giusto ed uno sbagliato e, anzi, i due percorsi si potenziano<\/strong> a vicenda e sono, forse, l’uno propedeutico all’altro.<\/p>\n Di certo, leggendo i testi dello yoga, si \u00e8 spronati ad abbandonare i timori<\/strong> e i confini dell’io per fare spazio al potere – umano, totalmente umano – di manifestare le giuste condizioni<\/strong> affinch\u00e9 la realt\u00e0 “esterna” possa riflettere, sotto forma di eventi, opportunit\u00e0 e sincronicit\u00e0<\/strong>, il nostro coraggio.<\/p>\n Ossia, una volta che la decisione<\/strong> \u00e8 presa e l’azione compiuta, \u00e8 quasi immediato trovare riscontri favorevoli e giuste circostanze<\/strong> per il nuovo inizio.<\/p>\n Ancora una volta, dunque, \u00e8 da dentro<\/strong> che si pu\u00f2 e si deve partire per cambiare le cose<\/strong>.<\/p>\n E, anche stavolta, il focus<\/strong> \u00e8 su di noi: su ci\u00f2 che pi\u00f9 o meno consciamente frapponiamo tra noi e ci\u00f2 che diciamo di desiderare<\/strong>.<\/p>\n Come una federa<\/strong> cucita sopra l’altra, cos\u00ec anche noi ci ricopriamo di strati<\/strong> fino a impedire al nostro vero “io” di risplendere, di agire, di andare con gioia, coraggio, fiducia e determinazione<\/strong> incontro alle nuove opportunit\u00e0.<\/p><\/blockquote>\n
\n(Lucio Anneo Seneca)<\/em><\/p>\n