Alberto Peretti<\/a>.<\/p><\/blockquote>\nAlberto saluta i partecipanti con un ringraziamento sincero e commosso<\/strong>: l’entusiasmo da cui \u00e8 nato il progetto e le ore dedicate allo studio e alla promozione del corso traspaiono dal suo sguardo<\/strong> e vengono immediatamente colte dai partecipanti che, animati da tali e tanti spunti<\/strong>, chiedono che a breve siano realizzate nuove iniziative.<\/p>\nGi\u00e0, perch\u00e9 questi momenti di riflessione sono certamente stati qualcosa in pi\u00f9 e qualcosa di diverso rispetto ad una “semplice” lezione di filosofia: Alberto ci ha fatto ragionare<\/strong>, ha sfidato la nostra mente<\/strong>, ha rivitalizzato il desiderio<\/strong> di conoscere e di indagare la realt\u00e0 con occhio critico e con sguardo sempre nuovo.<\/p>\nEd \u00e8 proprio questo ci\u00f2 che ci rende filosofi, che ci fa restare innamorati della vita<\/strong>, che ci permette di risignificare gli eventi e di vivere, cos\u00ec, in un universo ricco di infinite possibilit\u00e0<\/strong>.<\/p><\/blockquote>\nCe lo siamo detti molte volte nelle ultime settimane: pensare \u00e8 un atto trasformativo<\/strong> e, quando viene fatto in modo appropriato, \u00e8 una vera e propria leva<\/strong> che sradica anche le pi\u00f9 radicate abitudini e apre la porta all’inedito<\/strong>, all’inaspettato, a ci\u00f2 che ci permette di uscire dal prevedibile per fare un tuffo in un mondo “altro”, in cui la magia<\/strong> ha il nome di “sincronici” e il miracolo<\/strong> diventa l’espressione della nostra capacit\u00e0 di rinnovare noi stessi e, cos\u00ec facendo, creare nuove esistenze.<\/p>\nPensare, dunque, cambia.<\/p>\n
Meglio: pensare trasforma<\/strong>, rende vivi, ci permette di esistere in una condizione di perenne rinnovamento, di restare sempre appassionati del mondo, della vita, di noi stessi.<\/p>\nPensare, in questi termini, \u00e8 un atto di sfida verso se stessi:<\/strong> ci si sfida ad essere diversi, a riconoscersi manchevoli<\/strong> e desiderosi della presenza dell’altro, ossia, di quel qualcuno capace di condurci l\u00e0, verso quegli orizzonti<\/strong> che da soli non avremmo saputo immaginare.<\/p><\/blockquote>\nGrazie<\/strong>, allora, Alberto, per averci fatto da guida.<\/p>\nMa grazie soprattutto per questo lungo, intenso, impegnativo anno di collaborazione<\/strong> che ci lasciamo alle spalle.<\/p>\nE’ stato bello, ma anche difficile. E’ stato arricchente, ma anche prosciugante.<\/p>\n
Forse, \u00e8 stato esattamente ci\u00f2 che \u00e8 la vita<\/strong>: una carrellata di momenti a cui ciascuno attribuisce un particolare significato<\/strong> e un particolare valore<\/strong>.<\/p><\/blockquote>\nTi saluto senza avere ancora ben identificato la strada<\/strong> verso cui mi diriger\u00f2, ma con la consapevolezza che, continuando a fare spazio<\/strong>, la vita trover\u00e0 il modo di far sgorgare dal vuoto nuove possibilit\u00e0<\/strong>, di vita e di crescita.<\/p>\nTi ringrazio e ti invito a prendere questo articolo come un omaggio<\/strong> a ci\u00f2 che abbiamo saputo “partorire” mettendo in dialogo<\/strong> i nostri reciproci “vuoti”.<\/p><\/blockquote>\nOra \u00e8 giunto il momento di salutarci<\/strong>, ma, come ama ripetere la nostra comune amica che abita perennemente nel qui ed ora:\u00a0“Non esiste n\u00e9 l’incontrarsi n\u00e9 il separarsi: esiste solo il puro piacere dello spazio dinamico”.<\/em><\/p>\nCon gioia, gratitudine e affetto,<\/em><\/p>\nValeria (per te, Trab)<\/em><\/p>\n <\/p>\n