{"id":12537,"date":"2020-01-16T17:18:28","date_gmt":"2020-01-16T16:18:28","guid":{"rendered":"https:\/\/filosofiaamica.it\/?p=12537"},"modified":"2020-02-19T12:51:22","modified_gmt":"2020-02-19T11:51:22","slug":"philosophy-for-children-formazione-on-line","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/filosofiaamica.it\/applicare-le-pratiche\/philosophy-for-children-formazione-on-line\/","title":{"rendered":"Philosophy for Children: corso di formazione on line"},"content":{"rendered":"
“Ogni uomo \u00e8 pienamente convinto dell\u2019esistenza della Verit\u00e0, altrimenti non farebbe alcuna domanda”.<\/em> <\/p>\n Le domande<\/strong> sono, insieme al dialogo<\/strong>, il cuore dei laboratori filosofici.<\/p>\n I pi\u00f9 piccoli<\/strong> sono generalmente predisposti a chiedere, interrogare se stessi, gli altri e il mondo<\/strong>. Con loro, spesso, si attiva un processo di progressiva astrazione<\/strong> dal pre-testo cos\u00ec che, incontro dopo incontro, gli interrogativi rispondano sempre di pi\u00f9 e in modo sempre pi\u00f9 preciso, a reali curiosit\u00e0<\/strong>.<\/p>\n Questo permetter\u00e0, una volta avviato il dialogo, di rendere lo scambio vivace<\/strong>, sentito, ricco di stimoli e con grandi opportunit\u00e0 di apprendimento<\/strong>. Per loro e anche per il facilitatore.<\/p>\n Al contrario, quelle degli adulti<\/strong> sono spesso affermazioni<\/strong> che si concludono con il “punto-di-domanda” e questo rivela una certa difficolt\u00e0 ad abbandonare davvero il proprio punto di vista per aprirsi al nuovo. Quando questo accade, chi conduce il laboratorio pu\u00f2 dedicare alcune sessioni proprio a stimolare l’interrogare radicale<\/strong>, chiedendo ai partecipanti, per esempio, di provare a formulare diverse tipologie di domande<\/strong>, da quelle di comprensione a quelle di riflessione, dalle domande di problematizzazione a quelle pi\u00f9 aderenti al testo, da quelle chiuse a quelle che, al contrario, aprono le porte al confronto.<\/p>\n Non esiste, quindi, una formula standard<\/strong>: ogni sessione va preparata, pensata, ipotizzata. E sono proprio la cura e il tempo<\/strong> che il facilitatore dedica alla progettazione<\/strong> che permettono, una volta scesi in campo, di lasciare spazio all’intuizione<\/strong>, alla sensibilit\u00e0 e , ovviamente, alle esigenze della classe o del gruppo.<\/p><\/blockquote>\n Anche quando ci si confronta con alunni della stessa et\u00e0<\/strong>, quindi, \u00e8 possibile dover ridefinire in corsa obiettivi e metodi, stimoli e strumenti di valutazione. La profondit\u00e0 del dialogo<\/strong> verr\u00e0 perci\u00f2 qualche volta sacrificata in favore della promozione di un clima di accettazione e gentilezza<\/strong> o, viceversa, nelle comunit\u00e0 in cui il livello di interazione \u00e8 gi\u00e0 buono, si potr\u00e0 privilegiare la dimensione filosofica, tanto a livello di contenuto, quanto di processo di pensiero<\/strong>.<\/p>\n Sono dunque diverse le capacit\u00e0 e le competenze<\/strong> richieste al filosofo che voglia proporre i laboratori di pratica con i bambini e, soprattutto, chi conduce deve sempre ricordare che quello dei pi\u00f9 piccoli \u00e8 un pubblico esigente<\/strong> e che ogni cedimento, ogni calo di attenzione, ogni contraddizione o incoerenza, verr\u00e0 registrata e puntualmente restituita<\/strong>!<\/p>\n Servono preparazione, tempo, esperienza<\/strong> ed una costante e continuativa pratica personale<\/strong> per progettare, costruire e condurre i laboratori.<\/p>\n Ecco perch\u00e8, FilosofiaAmica<\/em><\/strong> propone, in collaborazione con il CECAPFI Italia<\/strong>, un percorso di formazione<\/a> articolato in tre moduli della durata di tre mesi ciascuno.<\/strong><\/p><\/blockquote>\n
\n(Charles Sanders Peirce)<\/em><\/p>\n