{"id":12463,"date":"2019-12-07T12:45:13","date_gmt":"2019-12-07T11:45:13","guid":{"rendered":"https:\/\/filosofiaamica.it\/?p=12463"},"modified":"2019-12-07T12:45:13","modified_gmt":"2019-12-07T11:45:13","slug":"le-parole-che-fanno-la-differenza-esercizi-di-storytelling","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/filosofiaamica.it\/senza-categoria\/le-parole-che-fanno-la-differenza-esercizi-di-storytelling\/","title":{"rendered":"Le parole che fanno la differenza: esercizi di storytelling"},"content":{"rendered":"

“Le cose che il romanzo non dice sono necessariamente pi\u00f9 di quelle che dice, e solo un particolare riverbero di ci\u00f2 che \u00e8 scritto pu\u00f2 dare l\u2019illusione di stare leggendo anche il non scritto”.<\/em>
\n(Italo Calvino)<\/em><\/p>\n

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Seduti al tavolo, al termine di una lunga riunione<\/strong>, guardo il mio capo e, gli dico: ora le racconto due storie<\/strong>, mi dica quale preferisce.<\/p>\n

Nella prima, ci sono due innamorati<\/strong>. Hanno avuto una settimana piacevole, fatta di qualche alto-e-basso, ma tutto sommato ricca di amore e complicit\u00e0<\/strong>. Sono arrivati alle soglie del week end e una piccola discussione di ordine scondario ha un p\u00f2 incrinato il loro equilibrio. Lei si avvicina ai fornelli<\/strong>, sta per mettere qualcosa sul fuoco, ma lui la ferma e le dice: “Non c’\u00e8 niente che abbia voglia di mangiare in casa, andiamo a cena al ristorante qui sotto<\/em>“. Lei accetta.<\/p>\n

Nella seconda storia, la scena \u00e8 sostanzialmente simile, ma, nel momento in cui lei apre il frigorifero ed entrambi intuiscono la scarsa scelta di cui dispongono, si guardano, sorridono e lui le dice: “Sai che c’\u00e8? Abbiamo avuto una settimana intensa e abbiamo entrambi lavorato tanto. Stasera festeggiamo e andiamo a mangiare qui sotto<\/em>“. fanno un ottimo tiramis\u00f9<\/strong>“. Lei accetta e stavolta sorride<\/strong>.<\/p>\n

Cosa cambia in questi due scenari?<\/p><\/blockquote>\n

Forse, semplicemente, la storia. I fatti<\/strong> sono esttamente gli stessi, le circostanze, i sentimenti, le emozioni. Ma il senso che diamo agli eventi<\/strong> e la nostra capacit\u00e0 di costruire, a partire dalla “materia grezza” del dato-di-fatto<\/strong>, un racconto invece di un altro determina il corso dei momenti che viviamo, quelli passati, i presenti e il futuro.<\/p>\n

Partire da ci\u00f2 che c’\u00e8, senza stravolgerlo<\/strong>, senza aggiungere o togliere, ma creando una cornice di senso<\/strong> che ci faccia star bene, che abbia un indotto positivo anche su chi ci circonda<\/strong> e che ci permetta di innestare ulteriori stati d’animo positivi che, di conseguenza, andranno a influenzare ci\u00f2 che diremo, faremo, proveremo dopo, \u00e8 un’opportunit\u00e0 che tutti, in ogni momento, abbiamo.<\/p><\/blockquote>\n

A noi coglierla, coltivarla, sperimentarne la potenza creatrice e creativa<\/strong>.<\/p>\n

La conversazione finisce davanti al tiramis\u00f9<\/strong> da cui l’intera vicenda ha avuto inizio e che entrambi definiamo “godurioso<\/strong>” e, non ancora del tutto pronti a chiudere con le attivit\u00e0 dell’ufficio, stendiamo un progetto che ha a cuore esattamente questo: la possibilit\u00e0 che un’azienda o un territorio<\/strong> riscopra la capacit\u00e0 di conoscersi e raccontarsi<\/strong> e che utilizzi questo strumento per diventare ulteriormente competitivo<\/strong> sul mercato.<\/p>\n

E voi? siete pronti a raccontare la versione migliore della vostra vita?<\/p><\/blockquote>\n

Info su corsi, formazione e consulenza: Valeria<\/a><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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