{"id":12427,"date":"2019-11-27T13:12:42","date_gmt":"2019-11-27T12:12:42","guid":{"rendered":"https:\/\/filosofiaamica.it\/?p=12427"},"modified":"2019-11-27T13:12:42","modified_gmt":"2019-11-27T12:12:42","slug":"il-tuo-nome-il-tuo-destino-luso-dei-lego-nel-processo-di-auto-esplorazione","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/filosofiaamica.it\/applicare-le-pratiche\/il-tuo-nome-il-tuo-destino-luso-dei-lego-nel-processo-di-auto-esplorazione\/","title":{"rendered":"Il tuo nome, il tuo destino: l’uso dei Lego nel processo di auto-esplorazione"},"content":{"rendered":"

\u201cNo\u201d disse il gatto. \u2018Le persone hanno dei nomi. Questo perch\u00e9 non sanno chi sono. Noi invece sappiamo chi siamo, quindi non abbiamo bisogno di nomi\u201d.<\/em>
\n(Neil Gaiman)<\/em><\/p>\n

 <\/p>\n

All’inizio c’era il mio nome.<\/strong><\/p>\n

O meglio, la storia<\/strong> che mi sono sempre raccontata rispetto ad esso.<\/p><\/blockquote>\n

C’era quindi il suo significato<\/strong> (di sana e robusta costituzione), c’era la leggenda<\/strong> che vedeva in ballottaggio Valeria e Valentina<\/em>, l’uno caldamente desiderato dalla mamma, l’altro dal pap\u00e0. C’era il vincitore<\/strong>, quel Nonno Valerio che ancora oggi vive attraverso le mie scelte e le mie aspirazioni<\/strong>.<\/p>\n

C’era persino il nome spirituale<\/strong>, Vimala<\/em>, che a tratti mi incanta e altre volte mi fa sentire terribilmente inadeguata.<\/p>\n

La piattaforma<\/strong> verde su cui avevo disposto gli elementi della scena, quindi, era al gran completo:<\/strong>\u00a0quello che ancora mancava era qualcuno<\/strong> che mi permettesse di riconoscere ci\u00f2 che le mani<\/strong> gi\u00e0 sapevano e che avevano saputo tradurre in forma grafica, ma che la mente<\/strong> faticava a riconoscere.<\/p><\/blockquote>\n

In questa nuova geografia dell’anima,<\/strong> ecco allora che lo sceriffo a cui avevo dato il compito di impersonare il famigerato nonno,<\/strong> diventa il mio giudice interno, al quale spesso affido l’ingrato compito di dirmi cosa \u00e8 giusto<\/strong> e di soffocare l’estro creativo con il suo senso del dovere<\/strong>.<\/p>\n

Interessante allora, che, proprio dal lato opposto<\/strong>, io abbia collocato una meravigliosa torta-giocattolo,<\/strong>\u00a0una di quelle cremose, ricche di panna e con le ciliegie in superficie: l’esatto contraltare del senso del dovere e delle limitazioni<\/strong> che danno soddisfazione alla mente, ma mortificano<\/strong> il corpo e l’anima.<\/p>\n

Sfida evolutiva<\/strong>, dunque, disporre nuovamente tutti gli elementi in modo che la nuova rappresentazione sia lo specchio della risoluzione del conflitto interiore<\/strong> e dello scioglimento<\/strong> del senso di colpa.<\/p><\/blockquote>\n

Risultato: una torta divenuta simbolo della capacit\u00e0 di lasciarsi coccolare<\/strong> e anche un po’ viziare dalla vita, che sia anche momento di unione e condivisione<\/strong>, che sia cibo da cui ogni bocca pu\u00f2 sfamarsi<\/strong> e che diventi la conquista di un ritrovato equilibrio<\/strong> in cui ogni parte di me, Valeria, Valentina e Vimala<\/em>, possa esprimersi e collaborare alla vera missione evolutiva: quella di una vita felice e che, per dirla con Socrate, sia degna di essere vissuta.<\/p>\n

Con amore e affetto,<\/em><\/p>\n

Valeria<\/em><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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