{"id":12150,"date":"2019-06-13T08:16:05","date_gmt":"2019-06-13T06:16:05","guid":{"rendered":"https:\/\/filosofiaamica.it\/?p=12150"},"modified":"2019-06-13T08:56:25","modified_gmt":"2019-06-13T06:56:25","slug":"lavoro-e-spiritualita-ripensare-se-stessi-nella-vita-quotidiana","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/filosofiaamica.it\/applicare-le-pratiche\/lavoro-e-spiritualita-ripensare-se-stessi-nella-vita-quotidiana\/","title":{"rendered":"Lavoro e spiritualit\u00e0: ripensare se stessi nella vita quotidiana"},"content":{"rendered":"
“La vita ha due doni preziosi: la bellezza e la verit\u00e0. La prima l\u2019ho trovata nel cuore di chi ama e la seconda nella mano di chi lavora”.<\/em> <\/p>\n Ricordo che da piccola, Fausto<\/em>, uno dei cuochi<\/strong> del ristorante di famiglia<\/a>, mi diceva spesso, con tono sconsolato: “Ah, a te non piace proprio lavorare<\/em>!”.<\/p>\n Quando poi ho scelto di studiare filosofia<\/strong>, il verdetto<\/strong> sembrava insindacabile.<\/p>\n In un certo senso, Fausto aveva ragione.<\/p><\/blockquote>\n Non mi piaceva lavorare, nel senso che la prospettiva di trascorrere del tempo a fare una cosa, solo perch\u00e9 obbligata<\/strong>\u00a0o solo in prospettiva di una remunerazione<\/strong> economica, beh, non era allettante allora come non lo \u00e8 adesso.<\/p>\n Purtroppo, seppur con eccezioni in costante crescita<\/a>, siamo ancora lontani<\/strong>, culturalmente, da un’idea di lavoro inteso come piena espressione di s\u00e9<\/strong>, del proprio essere, del potenziale<\/strong> insito in ciascun individuo.<\/p><\/blockquote>\n Per molte persone il lavoro<\/strong> \u00e8 un mezzo in vista di un fine<\/strong>\u00a0e non possiede alcun valore intrinseco. Pur senza necessariamente diventare azione ripetitiva<\/strong>, meccanica, straniante, \u00e8 probabile che questa considerazione del lavoro rafforzi l’idea che esistano delle ore, durante la giornata, consacrate al dovere<\/strong> o alla necessit\u00e0 ed altre in cui coltivare i piaceri<\/strong> della vita, riposare, realizzare se stessi<\/strong>.<\/p>\n E’ un’idea che apre le porte alla scissione<\/strong> del s\u00e9.<\/p><\/blockquote>\n Il lavoro, inoltre, spesso ci assorbe per la maggior parte della settimana e, soprattutto, questa abitudine a posticipare la “felicit\u00e0”<\/strong> ad un momento “altro<\/strong>” rispetto a quello che viviamo, non fa che perpetuare la falsa credenza<\/strong> che debbano esistere determinate condizioni affinch\u00e9 si possa stare bene.<\/p>\n E ci allontana dal riconoscere<\/strong> in ci\u00f2 che accade, qualunque cosa accada, quel flusso vivificante<\/strong> che qualcuno definisce energia<\/strong>, qualcuno amore<\/strong>, qualcuno Dio<\/strong>.<\/p><\/blockquote>\n Ecco che allora, cambiando prospettiva<\/strong><\/a>, anche nel lavoro pi\u00f9 alienante possiamo riconoscere un valore intrinseco <\/strong>– che riprendendo Robert Pirsig, <\/strong>autore de “Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta<\/em>“, possiamo definire “Qualit\u00e0” –\u00a0<\/strong>\u00a0che gli appartiene in quanto il potere<\/strong> di relazionarci agli eventi con gioia, dedizione, impegno o con noia, distanza, lamentela, \u00e8 solo ed esclusivamente una nostra scelta.<\/p>\n Questa sola considerazione, se interiorizzata<\/strong>, diventa cos\u00ec la chiave per voltare pagina.<\/p><\/blockquote>\n Senza voler in alcun modo suggerire di restare imbrigliati in situazioni che non ci valorizzano, credo piuttosto che, riportando qualunque cosa accade alla nostra interiorit\u00e0 e riassumendoci la responsabilit\u00e0<\/strong> di ci\u00f2 che facciamo,\u00a0<\/strong>di come<\/strong> agiamo e di ci\u00f2 che proviamo<\/strong>, piano piano la vita ci offrir\u00e0 nuove possibilit\u00e0<\/strong> per crescere, evolvere, esprimerci.<\/p>\n La stessa Bhagavad Gita<\/em>, uno dei testi di riferimento dello yoga<\/strong>, parla dell’azione come veicolo per riconnettersi al divino.<\/strong><\/p>\n Agire senza attaccamento<\/strong> al risultato, ricercando la perfezione<\/strong> come valore in se stessa, diventa un fare che trasforma l’essere<\/a> e ci restituisce in questo modo alla consapevolezza che, infine, agente, agire ed agito<\/em> sono diversi modi di definire la stessa realt\u00e0<\/strong>.<\/p><\/blockquote>\n Non due, dunque, ma uno<\/strong>. Si arriva sempre qui.<\/p>\n Alla luce di queste considerazioni, abbiamo ideato\u00a0<\/a>un percorso, teorico ed esperienziale<\/strong>, che suggerisce un cambio di prospettiva<\/strong> rispetto alla visione tradizionale del lavoro e che, attraverso esercitazioni<\/strong> e suggerimenti di counselling<\/strong>, permette di attivare potenzialit\u00e0 e risorse per giungere alla piena espressione di s\u00e8<\/strong>.<\/p><\/blockquote>\n Per maggiori informazioni sul corso<\/strong>:<\/a> valeria@filosofiaamica.it<\/a><\/p>\n Con gioia e tanto amore per il mio attuale “lavoro” \ud83d\ude09<\/em><\/p>\n Valeria\u00a0<\/em><\/p>\n <\/p>\n <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" “La vita ha due doni preziosi: la bellezza e la verit\u00e0. La prima l\u2019ho trovata nel cuore di chi ama e la seconda nella mano di chi lavora”. 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\n(Khalil Gibran)<\/em><\/p>\n