{"id":12128,"date":"2019-06-12T08:46:35","date_gmt":"2019-06-12T06:46:35","guid":{"rendered":"https:\/\/filosofiaamica.it\/?p=12128"},"modified":"2019-06-12T13:28:07","modified_gmt":"2019-06-12T11:28:07","slug":"lo-specchio-del-non-io-riconoscersi-negli-occhi-dellaltro","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/filosofiaamica.it\/applicare-le-pratiche\/lo-specchio-del-non-io-riconoscersi-negli-occhi-dellaltro\/","title":{"rendered":"Lo specchio del non-io: riconoscersi negli occhi dell’altro"},"content":{"rendered":"
“Cammina sul fermo suolo della non-oggettivit\u00e0 del reale” (<\/em>Tilopa)<\/i><\/p>\n <\/p>\n Il mondo \u00e8 uno specchio<\/strong>.<\/p><\/blockquote>\n Gli altri<\/strong> ci fanno da specchio.<\/p>\n Che effetto fa, allora, vedere la propria immagine riflessa nelle parole che l’altro ti dice, in ci\u00f2 che scrive, nelle emozioni che trasmette e che ti parlano, in qualche modo, del potere che ciascuno ha di risvegliare qualcosa nelle persone che incontra?<\/em><\/p><\/blockquote>\n Che ci si imbatta gli uni negli altri con la leggerezza<\/strong> di una foglia o con la dirompente potenza<\/strong> di un mare in tempesta, ogni singolo frammento di realt\u00e0 ha il potere di vivificarci, risvegliarci alla vita.<\/p>\n Ma, se male utilizzato<\/strong>, il dialogo si fa giudizio, chiusura, scontro, perdita di opportunit\u00e0.<\/p><\/blockquote>\n Le parole che usiamo e che, con tanta, troppa, superficialit\u00e0<\/strong>\u00a0spesso riversiamo su chi ci sta accanto e persino su noi stessi, plasmano<\/strong> costantemente la realt\u00e0<\/strong> in cui viviamo.<\/p>\n Ecco, allora, che il buon consulente o counsellor filosofico<\/strong>, accompagna il consultante nel processo di riconoscimento<\/strong> del proprio mondo anche attraverso e grazie ai termini<\/strong> che vengono utilizzati dal cliente e lo porta a ri-significarli,<\/strong> quando serve.<\/p>\n Modificare la narrazione<\/strong> che facciamo di noi significa quindi recuperare la possibilit\u00e0 di cambiare<\/strong> le cose anche all’esterno, poich\u00e9 ci\u00f2 che pensiamo<\/strong> diventa ci\u00f2 che siamo<\/strong> e ci\u00f2 a cui inviamo energia cresce sino a diventare materiale.<\/p>\n E quando ci imbattiamo in qualcuno che restituisce di noi un’immagine che sembra cogliere ci\u00f2 che siamo in potenza<\/strong> ma che ancora non abbiamo del tutto portato alla luce, sorge allora spontanea la richiesta<\/strong> di essere accompagnati<\/strong> nel processo che ci permette di diventare ci\u00f2 che potremmo essere.<\/p><\/blockquote>\n Di nuovo, consulente e consultante<\/strong>, si trovano a condividere obiettivi e tappe<\/strong> del processo e il filosofo<\/strong> mette a disposizione dell’altro la propria esperienza, il proprio vissuto, la sua presenza<\/strong>.<\/p>\n E’ in questo esserci<\/strong>, davvero, per<\/em> e con<\/em> l’altro che l’esperienza dell’incontro filosofico si rivela trasformativa e generativa e che la filosofia torna ad essere un percorso di evoluzione<\/strong>, crescita, esplorazione di s\u00e9 al di l\u00e0 delle idee preconcette<\/strong> e delle etichette<\/strong> che nel tempo ci hanno dato e ci siamo costruiti.<\/p>\n Meditazione e filosofia<\/strong>, dunque, come opportunit\u00e0 per guardarsi come se ci si vedesse per la prima volta. E di scegliere la propria unicit\u00e0<\/strong>.<\/p><\/blockquote>\n