{"id":11461,"date":"2018-11-08T17:43:50","date_gmt":"2018-11-08T16:43:50","guid":{"rendered":"https:\/\/filosofiaamica.it\/?p=11461"},"modified":"2018-11-09T09:15:41","modified_gmt":"2018-11-09T08:15:41","slug":"ninja-yoga-comes-to-town","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/filosofiaamica.it\/i-fil-good\/ninja-yoga-comes-to-town\/","title":{"rendered":"Ninja Yoga comes to town: quando la pratica trasforma la realt\u00e0"},"content":{"rendered":"

“Oltre le idee di giusto e sbagliato c’\u00e8 un campo. Ti aspetter\u00f2 laggi\u00f9” (Rumi)<\/em><\/p>\n

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Nessuno sapeva di questo viaggio. Nessuno sapeva che ti avrei incontrato.<\/em><\/p>\n

E solo ora che, sorridendo, ti avvicini a me, ho la certezza che tu esista davvero.<\/em><\/p>\n

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L’aereo<\/strong> \u00e8 atterrato poco prima delle 14:00.<\/p>\n

Approfitto di questo anticipo per riordinare idee e bagagli.<\/p>\n

Peter<\/strong> arriva poco dopo.<\/p>\n

Il cappello<\/strong>, ricordo del nonno, e gli occhiali da sole gli nascondono parzialmente il viso, ma ci basta un attimo per riconoscerci<\/strong> e, mi dir\u00e0 in uno dei tanti viaggi in autobus, “ti avrei riconosciuto anche se ci fossimo visti tra 5 o 20 anni<\/em>“.<\/p>\n

C’\u00e8 un intero anno<\/strong> tra noi: un anno di vuoto<\/strong>, un anno in cui spesso mi sono chiesta se ci\u00f2 che avevo vissuto fosse semplicemente frutto della mia immaginazione.<\/p><\/blockquote>\n

Un anno in cui la vita<\/strong> \u00e8 tornata a scorrere, in cui entrambi abbiamo fatto scelte importanti.<\/strong> Un anno di decisioni e cambiamenti.<\/p>\n

Comunque, un anno di silenzio<\/strong>.<\/p><\/blockquote>\n

Come mi sarei sentita nel rivederlo? Cosa avremmo fatto se, nel trovarci, ci fossimo scoperti tanto diversi da come ci eravamo immaginati? Come gestire quella possibilit\u00e0?<\/em><\/p>\n

La mente, nel lungo mese<\/strong> che ha preceduto la partenza, ha elaborato un’infinit\u00e0 di pensieri<\/strong> simili e forse per questo avrei voluto avere la possibilit\u00e0 di raggiungerlo subito: per non pensare<\/strong>.<\/p>\n

E perch\u00e8 il desiderio di presentarmi nel migliore dei modi possibili<\/strong> si \u00e8 scontrato, in queste quattro settimane, con una serie di ostacoli<\/strong> e di tentativi pi\u00f9 o meno consci di boicottare<\/strong> un’esperienza che, alla fine, si era caricata di un valore simoblico forte<\/strong>.<\/p>\n

Per te tutto \u00e8 drammatico<\/strong>” mi ha detto un Peter, riconsegnandomi cos\u00ec all’impossibilit\u00e0<\/strong> di fuggire da me stessa.<\/p>\n

Queste parole mi hanno ferita<\/a>, anche se non sono state pronunciate con l’inenzione di causare dolore.<\/p>\n

Ma hanno colpito nel segno<\/strong>, proprio perch\u00e8 sono vere.<\/p><\/blockquote>\n

La mia sensibilit\u00e0<\/strong>, quella che inutilmente cerco di placare, quella che risulta tanto utile<\/strong> in alcuni momenti e in certi ambiti della vita, diventa, in altre circostanze, la peggiore delle condanne. <\/strong><\/p>\n

E la leggerezza<\/strong> che ricerco e che porto nel lavoro, quella che mi spinge a calare la filosofia nella concretezza di un’immagine di moda<\/strong> o di un chicco di uvetta<\/strong>, risulta, nella sfera privata, una meta<\/strong> che solo a tratti riesco a raggiungere e dalla quale, ciclicamente, mi allontano.<\/p>\n

Solo dopo essermi scontrata con ci\u00f2 che sono, solo dopo aver accettato di essere anche questo, ho saputo ritorvare quella parte di me che ama giocare, che ama riservare all’altro un’attenzione speciale, che si nutre della quotidianit\u00e0 e sa portarvi ogni giorno qualcosa di speciale.<\/p><\/blockquote>\n

Non so che idea Peter si sia fatto di me: immagino che mi abbia conosciuta a sufficienza<\/strong> per individuare i tratti caratteristici della mia personalit\u00e0, ma mi chiedo se sappia di tutte le Valerie che sono stata<\/strong> e di quelle che ancora voglio e posso essere. Mi chiedo se intuisca<\/strong> quali sono le ombre che oscurano l’anima e quali i lati del carattere che emergono quando mi sento finalmente libera di lasciarmi andare<\/strong>.<\/p>\n

Forse ci sar\u00e0 spazio anche per questo.<\/p><\/blockquote>\n

Forse continueremo a giocare la nostra partita<\/strong>, forse sapr\u00e0 stupirmi<\/strong> come ha fatto finora. O forse no<\/strong>.<\/p>\n

Ed \u00e8 con quella possibilit\u00e0, con quel “forse no<\/strong>” che oggi faccio i conti: con la fine<\/strong>, non solo e non tanto della parentesi berlinese, ma con la fine delle cose, con la presa di coscienza della possibilit\u00e0 del “no”<\/strong> e del “non pi\u00f9<\/strong>” o del “mai pi\u00f9<\/strong>“.<\/p>\n

E’ con questo lato drammatico<\/strong> che riconosce nelle cose ci\u00f2 che esse rappresentano per l’anima che mi voglio e mi devo confrontare per riuscire ad elaborare gli eventi e a viverli con altalenante stabilit\u00e0<\/strong>.<\/p>\n

Grazie, allora, my dear knight<\/em><\/a>, per il mio nuovo soprannome e per aver reso questo “appuntamento al buio” una scommessa vinta.<\/p>\n

I wish you all the best.<\/em><\/p>\n

Your Ninja Yogini \ud83d\ude09<\/em><\/p>\n

\"\"<\/a><\/p>\n

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