{"id":11448,"date":"2018-11-08T16:21:10","date_gmt":"2018-11-08T15:21:10","guid":{"rendered":"https:\/\/filosofiaamica.it\/?p=11448"},"modified":"2018-11-08T19:34:11","modified_gmt":"2018-11-08T18:34:11","slug":"silenzi-di-sabbia","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/filosofiaamica.it\/i-fil-good\/silenzi-di-sabbia\/","title":{"rendered":"Silenzi di sabbia"},"content":{"rendered":"

“Nulla \u00e8 costruito sulla pietra; tutto \u00e8 costruito sulla sabbia, ma dobbiamo costruire come se la sabbia fosse pietra”.<\/em>
\n(Jorge Luis Borges)<\/em><\/p>\n

 <\/p>\n

Il silenzio<\/strong> si \u00e8 fatto tanto spesso da diventare tutt’uno con il muro<\/strong> che, alla nostra destra, costeggia il fiume.<\/p>\n

Siamo nel cuore della citt\u00e0<\/strong>, in uno dei luoghi simbolo della storia europea<\/strong>.<\/p>\n

Peter<\/a> tenta, non senza un certo imbarazzo, di condividere qualche aneddoto su Berlino<\/strong> e sui luoghi in cui ha vissuto prima di approdare all’appartamento dove ora abita.<\/p>\n

Ma la mia mente \u00e8 altrove, ancorata all’immagine che, da questa mattina, vedo nei suoi occhi quando mi guarda.<\/p><\/blockquote>\n

Mi sento tanto piccola<\/strong> e inadatta<\/strong> ad una citt\u00e0 cosmopolita, in cui gli abitanti passano con naturalezza da una lingua all’altra, in cui autobus e metro non smettono di correre nemmeno a notte fonda<\/strong> e in cui ognuno sembra avere il diritto di essere se stesso.<\/p>\n

Da questa prospettiva le esperienze fatte negli ultimi anni, i viaggi<\/strong>, le gratificazioni lavorative<\/strong>, gli studi, perdono consistenza e mi ricordano che tutto \u00e8 inevitabilmente relativo<\/strong>.<\/p><\/blockquote>\n

Il mio inglese scolastico, la poca dimestichezza con i temi che lui affronta con disinvoltura<\/strong> e persino il mio amore per la cucina mi fanno sentire tremendamente provinciale<\/strong>: l’Italia stessa, vista con gli occhi del popolo tedesco, sembra lontana dalla percezione che ne abbiamo.<\/p>\n

Ma non \u00e8 questo a turbarmi<\/strong> di pi\u00f9.<\/p>\n

Ci\u00f2 che mi destabilizza<\/strong> \u00e8 piuttosto la difficolt\u00e0 a trovare un modo di stare insieme<\/strong> che sia all’altezza delle sincronicit\u00e0<\/strong> che ci hanno portati, ad un anno di distanza, a rivederci.<\/p>\n

Possibile, allora, che le nostre anime siano tanto connesse<\/strong>, ma le periferie siano cos\u00ec lontane? Possibile che siano proprio i reciproci tentativi di raccontarci e spiegarci<\/strong> ad allontanarci?<\/p><\/blockquote>\n

Peter si avvicina e mi rassicura<\/strong>: le sue parole suonano sincere ed incredibilmente tenere<\/strong>: vorrebbe che tutto fosse esattamente come lo avevo immaginato. E in parte lo \u00e8<\/strong>.<\/p>\n

Forse, si tratta semplicemente di riconoscere che entrambi abbiamo progettato, e organizzato<\/strong> e creato aspettative.<\/p>\n

E ora che la realt\u00e0 <\/strong>ci riporta dal romanzo alla concretezza, <\/strong>si tratta, per entrambi di fare i conti con qualcosa che \u00e8 diventato vero e che, in quanto tale, sfugge al controllo.<\/strong><\/p><\/blockquote>\n

Sono ancora una volta le parole, <\/strong>quelle che scorrono quasi ininterrottamente dalla sua bocca e quelle che io lascio pi\u00f9 volentieri fluire sulla carta o al pc, il mezzo attraverso cui esplorarci e conoscerci e scrivere il presente.<\/p>\n

Per creare un ponte e per superare la distanza.<\/p>\n

E quelle parole, in particolare, quelle dette quasi sottovoce alla fine della cena<\/strong>, arrivate senza preavviso ma nel momento pi\u00f9 adatto<\/strong>, quelle scivolate<\/strong> dalla sua bocca alle mie orecchie, quelle con cui dava voce ai pensieri della mia mente, quelle s\u00ec, che sono state esattamente come le avevo immaginate<\/strong>.<\/p><\/blockquote>\n

Con affetto e gratitudine,<\/em><\/p>\n

your Country Girl \ud83d\ude09<\/em><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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