{"id":11409,"date":"2018-10-17T11:11:21","date_gmt":"2018-10-17T09:11:21","guid":{"rendered":"https:\/\/filosofiaamica.it\/?p=11409"},"modified":"2018-10-17T11:11:21","modified_gmt":"2018-10-17T09:11:21","slug":"la-fatina-dei-denti-guida-pratica-per-fare-filosofia-con-i-piu-piccoli","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/filosofiaamica.it\/filosofia\/la-fatina-dei-denti-guida-pratica-per-fare-filosofia-con-i-piu-piccoli\/","title":{"rendered":"La fatina dei denti: guida pratica per fare filosofia con i pi\u00f9 piccoli"},"content":{"rendered":"
“Tre cose ci sono rimaste del paradiso: le stelle, i fiori e i bambini”.<\/em> <\/p>\n “Maestra, mi \u00e8 caduto il dente!”.<\/p><\/blockquote>\n Inevitabilmente catalizzata dall’evento, l’attenzione<\/strong> dei bambini \u00e8 stata poi difficile da recuperare.<\/p>\n Inutile negare che, quando si pratica con i pi\u00f9 piccoli<\/strong>, buona parte del lavoro consiste nell’inventare modi sempre nuovi per tenerli “sul pezzo”<\/strong> e per renderli partecipi e collaborativi<\/strong> nelle diverse fasi del laboratorio.<\/p>\n Impossibile, per esempio, ricorrere all’agenda<\/strong>, ovvero, al cartellone sul quale normalmente si fissano le parole chiave e i concetti pi\u00f9 rilevanti<\/strong> che emergono durante il dialogo. Come, d’altronde, \u00e8 impensabile un dialogo<\/strong> che si protragga per pi\u00f9 di 10 minuti.<\/p>\n Ma come fare, allora, a coltivare la filosofia anche nella scuola dell’infanzia<\/strong> o al primo anno della primaria<\/strong>?<\/p><\/blockquote>\n Attraverso i giochi<\/strong>, attraverso l’esperienza<\/strong>, attraverso l’invito a riflettere sui racconti<\/strong> che si leggono loro o sulle immagini<\/strong> o i video<\/strong> che fungono da stimolo per il confronto.<\/p>\n Molto importante, anche, soprattutto durante i primi incontri, definire insieme<\/strong> alcuni concetti-chiave, come quello di cerchio, cos\u00ec da permettere loro di interiorizzare il setting<\/strong> della comunit\u00e0 di ricerca e le regole<\/strong> che ci permetteranno di dialogare e giocare in armonia, nel pieno rispetto dei compagni.<\/p>\n Per farlo, per stabilire insieme cosa significhi stare in “cerchio”,<\/strong> ho portato loro un hoola-hop<\/em> e tanti oggetti, chiedendo a ciascuno di sceglierne e uno e di porlo dentro o fuori a seconda che l’oggetto scelto fosse o meno circolare.<\/p>\n Interessante notare, in questa fase, che il filo di lana o la corda<\/strong>, che possono assumere forme diverse, siano stati posti prima fuori e poi dentro<\/strong> l’hoola-hop<\/em> e che, secondo i bambini, ci sono fattori che contribuiscono a rendere alcune cose pi\u00f9 circolari<\/strong> di altre, come la superficie liscia o la tridimensionalit\u00e0<\/strong> della pallina da tennis.<\/p><\/blockquote>\n Indispensabile, inoltre, diffrenziare<\/strong> e coinvolgere il corpo<\/strong>: chiedere ai pi\u00f9 piccoli di restare seduti per l’intera durata della sessione, infatti, significa infatti ignorare il fisiologico desiderio di mobilit\u00e0<\/strong> e spegnere la naturale energia che, come un vortice, a volte travolge, altre volte ricarica il facilitatore.<\/p>\n Il percorso filosofico iniziato a Curno<\/strong> (Bg) da qualche settimana, mi sta insegnando, per esempio, che non sempre serve chiedere di porre domande, perch\u00e8 i bambini ne pongono spontaneamente<\/strong> di ogni tipo, a volte pertinenti, altre volte frutto della semplice richiesta di attenzione<\/strong>.<\/p>\n Un’abilit\u00e0 che viene richiesta, in questo caso, \u00e8 utilizzare un linguaggio estremamente chiaro<\/strong>, fatto di frasi brevi, incisive, che non lascia spazio ai fraintendimenti<\/strong> e alle interpretazioni: gi\u00e0, perch\u00e8, per quanto piccoli, i giovani filosofi sanno benissimo come rispedire al mittente<\/strong> un “comando” contraddittorio o come sottolineare un errore o una distrazione.<\/p>\n E’ quindi indispensabile, ancora pi\u00f9 che con i ragazzi pi\u00f9 grandi o con gli adulti – o almeno in modo diverso – esserci totalmente<\/strong>.<\/p><\/blockquote>\n Non basta la presenza fisica<\/strong> e inutili sono i richiami e o gli utlimatum: ci\u00f2 che i bambini richiedono \u00e8 che tu ci sia, che tu non perda di vista il tuo ruolo di guida <\/strong>e di adulto<\/strong>, ma anche che sappia prenderti sempre con ironia e che coltivi una buona dose di pazienza <\/strong>e flessibilit\u00e0<\/strong>, cos\u00ec da sfruttare anche l’arrivo della neve – che sempre destabilizza le classi – o la caduta del dentino di latte.<\/p>\n Cogliendo quindi questo stimolo imprevisto<\/strong>, interrogo i miei interlocutori sull’arrivo della Fatina dei denti<\/em> – che, non si discute, arriver\u00e0 durante la notte per lasciare un piccolo omaggio sotto il cuscino.<\/p>\n E scopro, cos\u00ec che ognuno ha una sua verit\u00e0 e una sua storia da raccontare, che sigliamo in un disegno che va ad arricchire il cartellone nel quale, settimana dopo settimana, poniamo il simoblo del lavoro fatto insieme.<\/p>\n Saluto i bambini con il consueto gesto di chiusura<\/strong> – i tre rintocchi dei cimbali e gli ricordo il compito<\/strong> della settimana: scegliere il loro peluches preferito da portare il prossimo marted\u00ec.<\/p>\n Per attivare un percorso filosofico nella tua scuola o associazione: Valeria<\/a>.<\/p>\n
\n(Dante Alighieri)<\/em><\/p>\n