rispetto<\/strong> della diversit\u00e0 e con la fiducia che lo scambio sar\u00e0 reciproco.<\/p>\nOvviamente, il facilitatore possiede maggiori conoscenze <\/strong>ed ha acquisito, nel corso della vita, numerose\u00a0esperienze<\/strong>, ma il suo compito non \u00e8 quello di portare la comunit\u00e0 di ricerca su una strada predefinita, n\u00e9 di convincere<\/strong> qualcuno di alcunch\u00e9.<\/p>\nAl contrario, egli \u00e8 chiamato a prendere atto di ci\u00f2 che c\u2019\u00e8, ossia a riconoscere i concetti impliciti<\/strong> negli esempi che i ragazzi condividono o nelle frasi non sempre adeguatamente chiare o strutturate, per poi valutare<\/strong> insieme se e quanto tali idee siano fondate<\/strong>.<\/p>\nNon importa ci\u00f2 che il facilitatore crede, non contano le sue idee<\/strong> e, in un certo senso, contano relativamente anche quelle dell\u2019interlocutore.<\/p><\/blockquote>\nCi\u00f2 su cui si posa l\u2019attenzione \u00e8 piuttosto il processo<\/strong> che conduce alla formulazione di un pensiero e la verifica<\/strong>, attraverso il confronto con l\u2019esperienza e attraverso l\u2019esame logico,<\/strong> della fondatezza di un\u2019idea.<\/p>\nEcco perch\u00e9, una volta che la comunit\u00e0 di ricerca<\/strong> ha interiorizzato il processo e quindi \u00e8 diventata autonoma<\/strong> e in grado di porre da s\u00e9 domande, esempi, contro esempi, ecc, allora il facilitatore quasi scompare<\/strong>, perch\u00e9 la sua funzione\u00a0regolata\u00a0<\/strong>e quella epistemologica<\/strong> vengono assolte dalla comunit\u00e0 stessa.<\/p>\nIn questi casi, egli si limita ad osservare e restituire, magari a fine sessione, la fotografia del processo, per rendere gli alunni pi\u00f9 consapevoli degli obiettivi e dei metodi<\/strong> che ci si prefigge di raggiungere attraverso il dialogo filosofico.<\/p>\nSi tratta quindi, una volta che la comunit\u00e0 abbia raggiunto un discreto livello di esperienza<\/strong> e maturit\u00e0<\/strong>, di fare una meta-riflessione<\/strong> sulle abilit\u00e0 che, attraverso l\u2019esercizio dell\u2019ascolto, del dialogo, della problematizzazione e dell\u2019argomentazione, ogni membro della CdR stia acquisendo e di come questo trasformi la qualit\u00e0 della comunicazione interpersonale<\/strong>.<\/p><\/blockquote>\nE si tratta di sottolineare, attraverso esempi e riferimenti all\u2019esperienza<\/strong> avuta, le diverse forme di intelligenza<\/strong> che vengono coltivate durante le fasi del laboratorio \u2013 da quella creativa<\/strong> che viene stimolata nelle attivit\u00e0 iniziali o quando viene chiesto di individuare una molteplicit\u00e0 di soluzioni al problema, a quella critica,<\/strong> che affiora in modo evidente quando si analizzano le domande proposte dopo la lettura di un testo o la visione di uno stimolo o, ancora, la dimensione caring<\/strong>, relazionale, che si coltiva durante il lavoro in gruppo o quando ci si decentra e si lascia spazio all\u2019altro.<\/p>\nSoprattutto, il facilitatore, grazie alla pratica, diventa pi\u00f9 consapevole dei limiti del suo stesso pensiero<\/strong> e del fatto che l\u2019et\u00e0, l\u2019esperienza o gli studi fatti non sono una ragione sufficiente per affermare che il suo pensiero sia in qualche modo superiore a quello dei ragazzi.<\/p><\/blockquote>\nSessione dopo sessione, infatti, riconosce che uno dei parametri<\/strong> per valutare la buona riuscita del laboratorio \u00e8 chiedersi quanto egli stesso ha imparato<\/strong>\u00a0grazie all\u2019incontro con la CdR, quanto \u00e8 stato disposto ad ascoltare<\/strong> e a trovare, nel dialogo spunti per coltivare quel processo di ricerca <\/strong>che, nella mente del filosofo, non ha mai fine<\/strong>.<\/p>\nProssimo appuntamento con la formazione in Philosophy For Children: 23,24 febbraio, Roma<\/strong><\/p><\/blockquote>\nA presto, dunque, con i racconti dai laboratori di Philosophy for Children<\/a>!<\/em><\/p>\nValeria<\/em><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"“Chi evita l\u2019errore elude la vita”. (Carl Gustav Jung) La difficolt\u00e0 maggiore per un facilitatore sembra essere quella di pensare come un bambino, di porsi nei suoi panni, di individuarne le strutture di riferimento e comprenderne la mappa mentale. Ma tale supposta difficolt\u00e0 nasce da un presupposto sbagliato. In una sessione (sessione, non seduta!) […]<\/p>\n","protected":false},"author":2,"featured_media":11392,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[5,6,325],"tags":[475,75,76],"class_list":["post-11391","post","type-post","status-publish","format-standard","has-post-thumbnail","hentry","category-filosofia","category-i-fil-good","category-pratiche-filosofiche","tag-formazione","tag-philosophy-for-children","tag-pratiche-filosofiche"],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/filosofiaamica.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/11391"}],"collection":[{"href":"https:\/\/filosofiaamica.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/filosofiaamica.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/filosofiaamica.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/2"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/filosofiaamica.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=11391"}],"version-history":[{"count":3,"href":"https:\/\/filosofiaamica.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/11391\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":11397,"href":"https:\/\/filosofiaamica.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/11391\/revisions\/11397"}],"wp:featuredmedia":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/filosofiaamica.it\/wp-json\/wp\/v2\/media\/11392"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/filosofiaamica.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=11391"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/filosofiaamica.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=11391"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/filosofiaamica.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=11391"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}