{"id":11238,"date":"2018-07-18T19:15:02","date_gmt":"2018-07-18T17:15:02","guid":{"rendered":"https:\/\/filosofiaamica.it\/?p=11238"},"modified":"2018-07-19T01:29:09","modified_gmt":"2018-07-18T23:29:09","slug":"il-fuoco-e-la-luna-quando-la-danza-si-fa-poesia","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/filosofiaamica.it\/eventi\/il-fuoco-e-la-luna-quando-la-danza-si-fa-poesia\/","title":{"rendered":"Il fuoco e la luna: quando la danza si fa poesia"},"content":{"rendered":"
“Dio ti rispetta quando lavori, ma ti ama quando danzi”.<\/em> <\/p>\n L’atmosfera si scalda, l’abito prende fuoco.<\/strong><\/p><\/blockquote>\n Le lanterne posate ai lati del palco<\/strong>\u00a0gli si stringono attorno dando l’impressione di avvolgerlo<\/strong> in un abbraccio.<\/p>\n La luna<\/strong> \u00e8 alta nel cielo e la musica ipnotizza<\/strong> la mente, liberandola dal dominio della razionalit\u00e0 e restituendo agli spettatori la capacit\u00e0 di lasciarsi guidare in una dimensione “altra”<\/strong>.<\/p>\n Il corpo, asciutto e scolpito,<\/strong> lo rende simile ad una statua<\/strong> dotata della capacit\u00e0 di movimento e della grazia che solo i danzatori<\/strong> possiedono.<\/p>\n E lui, danzatore lo \u00e8. Danzatore spirituale<\/strong>, per essere precisi.<\/p><\/blockquote>\n Per questo i suoi gesti, ritmici, sicur<\/strong>i e solo apparentemente spontanei, trascinano gli spettatori in un mondo mitico<\/strong>, come mitico \u00e8 il tema che Ziya Azazi<\/strong> propone in “Ember<\/em>“: quello del fuoco, quello di Prometeo<\/strong> che ruba il sapere agli dei<\/strong> per metterlo a disposizione dell’uomo.<\/p>\n E’ il mito della conoscenza, della passione, della ribellione.<\/p>\n E’ la storia dell’uomo che non si accontenta di sopravvivere, ma che, assetato<\/strong>, cerca le sue risposte sfidando gli eventi<\/strong>, sfidando la sorte, sfidando il fato<\/strong> e mettendo a rischio la sua stessa vita per accedere ad un universo che la mente umana pu\u00f2 solo parzialmente raggiungere.<\/p><\/blockquote>\n Lo spettacolo \u00e8 breve, ma estremamente intenso<\/strong>.<\/p>\n La scenografia essenziale e minimalista<\/strong> perch\u00e8, in questa esibizione, ci\u00f2 che conta \u00e8 il vortice<\/strong> in cui si \u00e8 condotti dalle vesti che ricordano quelle dei Sufi<\/strong> e da quel fuoco che, un p\u00f2 per volta, illumina il palco per poi, d’improvviso, spegnersi e lasciarci tutti con la sensazione che, quella fiamma, sia ormai dentro di noi<\/strong> e che, pure, non ci appartenga del tutto.<\/p>\n La danza si interrompe<\/strong>: non pi\u00f9 ruote e piroettes, non pi\u00f9 spostamenti veloci<\/strong> e rapidi cambi di abito: Ziya Azazi si ferma, osserva le fiamme<\/strong> spegnersi e con un gesto ringrazia il fuoco<\/strong>, suo alleato. Poi si rivolge direttamente alla luna<\/strong>, abbandonandosi alla sua luce e comunicando, in questo modo, direttamente con il cielo<\/strong>.<\/p>\n “Inshallah<\/em>“, sembra dire.\u00a0E cos\u00ec, una danza diventa un sacrificio, un’offerta simbolica<\/strong> di s\u00e8, un rituale sacro.<\/p><\/blockquote>\n Come sacro \u00e8 il fuoco che continua a bruciare in ogni essere<\/strong> che osa varcare i limiti del noto e che affida ogni sua azione<\/strong> a quella forza pi\u00f9 grande di noi che ci anima<\/strong> e che ci guida in ogni istante di questa avventura che \u00e8 la vita<\/strong>.<\/p>\n Con ammirazione e meraviglia,<\/em><\/p>\n Valeria<\/em><\/p>\n
\n(Massima Sufi)<\/em><\/p>\n