Programma Mindfulness per la riduzione dello stress e la gestione delle emozioni difficili (volantino prossima edizione – programma-ifg-anti-stress pdf)
COS’E’
La “Mindfulness” è lo stato di pienezza raggiunto tramite la meditazione.
La pratica regolare ci accompagna in un percorso di accettazione profonda ed incondizionata di noi stessi e della realtà, così com’è.
La Mindfulness si può anche definire come:
– una modalità d’essere, non orientata a scopi, il cui focus è il permettere al presente di essere come è e di permettere a noi stessi di essere, semplicemente, in questo presente (Teasdale);
– consapevolezza che emerge attraverso il prestare attenzione allo svolgersi dell’esperienza momento per momento con intenzione, nel presente, in modo non-giudicante (Jon Kabat-Zinn);
– osservazione non-giudicante dell’incessante flusso degli stimoli interni ed esterni, così come arrivano (Baer);
– autoregolazione dell’attenzione (intenzionalmente e con amorevolezza verso se stessi) e orientamento verso l’esperienza (con curiosità, con l’atteggiamento mentale del fanciullo) (Bishop).
Meditare consente di imparare ad osservare, ascoltare, essere consapevoli delle sensazioni, delle emozioni e dei pensieri che scorrono in noi con atteggiamento non-giudicante, portandoci progressivamente, ma inesorabilmente, a smettere di identificarci con tutto ciò.
Detto altrimenti: faremo esperienza del fatto che noi non siamo le nostre sensazioni, non siamo le nostre emozioni e nemmeno i nostri pensieri. Siamo l’osservatore che li coglie nel loro incessante divenire.
In questo modo potremo riconoscere gli schemi mentali che ci contraddistinguono, cessare di identificarci con essi ed aprirci verso nuovi orizzonti di possibilità e, di conseguenza, verso il cambiamento.
Attenzione implica esclusivamente una cosa.
La consapevolezza è molto diversa, non è esclusiva.
Non è fare attenzione: è essere attenti, è semplicemente essere coscienti.
Sei cosciente quando sei inclusivamente cosciente.
Osho Rajneesh, Il libro dei segreti.
DESTINATARI
La meditazione è la pratica suggerita dal Buddha per risvegliarci e dissolvere il velo delle illusioni che ci porta a percepire noi stessi come separati dal tutto e ci ancora ad una condizione di sofferenza.
Tuttavia essa si rivela un cammino laico adatto a chiunque.
La meditazione, infatti, è prima di tutto, un esercizio di attenzione e consapevolezza.
.
LA PRATICA
Lo scopo della meditazione è quello di aiutarci a sviluppare la piena attenzione e, in un certo senso, ogni momento della giornata costituisce un’occasione per meditare e dovrebbe essere vissuto nella sua pienezza.
La pratica formale rappresenta una sorta di “palestra” attraverso cui esercitarci a sviluppare la consapevolezza al presente: in questo modo ci verrà più semplice mantenere alto il livello di attenzione anche nelle attività quotidiane.
La meditazione principale e più conosciuta è quella che ci invita a mantenere l’attenzione sul respiro stando seduti in una posizione comoda ma, al tempo stesso, nobile e dignitosa. La postura meditativa per eccellenza è quella seduta a gambe incrociate (il cosiddetto loto) ma è possibile praticare anche su una sedia o sdraiati.
Spesso si crede di non essere portati per la meditazione perchè si fatica a restare concentrati. In realtà questa è la meta, non il presupposto:acquisire la padronanza della mente e non lasciarsene travolgere è qualcosa che arriva con il tempo, la pazienza e la perseveranza, non un requisito per iniziare a praticare!
.
COME AGISCE
Meditare significa essere sempre presenti a noi stessi, in ogni momento della giornata.
Attraverso i momenti di pratica formale iniziamo a identificare le modalità attraverso cui la mente umana agisce.
Progressivamente ci rendiamo conto che per la maggior parte del tempo la nostra mente “viaggia”, costruisce storie, interpreta, cambia costantemente il suo oggetto di attenzione. E iniziamo a comprendere che tra ciò che sentiamo e ciò che “ci raccontiamo” spesso c’è una profonda discrepanza: la nostra mente interpreta, la consapevolezza osserva ed ascolta!
In questo modo possiamo riconoscere quali automatismi entrano in gioco in determinate circostanze, quali sono le emozioni o i pensieri con cui ci siamo identificati: riconoscere di non essere i propri pensieri dà una sensazione di sollievo e liberazione: ciò che pensiamo di essere è ciò che ci siamo sempre raccontati (o ciò che gli altri raccontano di noi), ma riscopriamo di poter essere anche altro, di poter lasciare andare quelle etichette che non ci rappresentano più!
La meditazione ci aiuta a risvegliarci alle sensazioni del corpo, senza sentire il bisogno di interpretarle, giustificarle, cambiarle o fuggire: è un invito ad accogliere ciò che c’è, così com’è, a partire da noi stessi.
.
BENEFICI:
Grazie a numerose ricerche condotte negli ultimi anni è stato dimostrato scientificamente che meditare contribuisce al benessere psicofisico dell’individuo.
In particolare è emerso che la pratica:
– risveglia la capacità di stare nel “qui ed ora”, l’attenzione vigile, la presenza a se stessi: in questo modo ci permette di assaporare pienamente ogni momento e, nel lungo termine, di vivere davvero ogni momento della nostra vita come unico ed irripetibile;
– rende il cervello (organo in continuo mutamento) più creativo e dinamico, migliorando la concentrazione e la memoria, aumentando la densità di materia grigia in alcune strutture coinvolte nei processi di apprendimento, dissolvendo i “circoli viziosi” nei quali ci areniamo e attivando una sorta di re-boot (riavvio) del cervello stesso;
– porta ad una comprensione trasformativa dell’esperienza;
– migliora la nostra capacità di regolazione emotiva e risveglia qualità di gentilezza e compassione verso noi stessi e il prossimo;
– rafforza il funzionamento del sistema immunitario;
– è particolarmente indicata per chi soffre di problemi cardiaci, difficoltà gastrointestinali, dolori cronici e di disturbi psicosomatici;
– si è dimostrata un efficace supporto nella cura dei disturbi alimentari o della sfera sessuale, degli stati ansiosi e dello stress.
.
APPLICAZIONI
La mindfulness può essere applicata in contesti molto diversi: dagli ospedali alle scuole, dalle carceri alle aziende.
E’ possibile praticare singolarmente oppure in gruppo e canalizzare i benefici della meditazione per raggiungere obiettivi specifici.
I programmi mindfulness, ad esempio, vengono utilizzati da chi soffre di disturbi alimentari o della sfera sessuale, da chi soffre di depressione o stress, ma anche da tutti coloro che desiderano intraprendere un percorso alla scopera di sè e dei meccanismi sulla base dei quali la mente umana agisce.
.
I problemi non possono essere risolti utilizzando gli stessi schemi mentali che li hanno creati
A. Einstein
.
.
.
IL PROGRAMMA MBSR DI JON KABAT-ZINN
Il protocollo MBSR (Mindfulness Based Stress Reduction) è stato ideato dal prof. Jon Kabat-Zinn negli anni ’80 presso l’Università di Worcester (Boston) e, nell’arco di circa 10 anni, è stato utilizzato con successo in più di 400 ospedali e centri medici.
Le ricerche condotte hanno dimostrato che la partecipazione al programma, oltre che a ridurre lo stress, aiuta a creare le basi per una relazione diversa con se stessi, con il proprio corpo, migliora la qualità dell’alimentazione ed il benessere Il programma è costituito da 8 incontro di gruppo settimanali di circa due ore e mezzo ciascuno più 4 incontri di follow up a distanza di qualche mese.
psicofisico e la capacità di gestire le situazioni spiacevoli.
.
LA MINDFULNESS AD APPROCCIO IMMAGINALE
La mindfulness ad approccio immaginale della scuola di Nonterapia, pur conservando la fedeltà all’insegnamento originario della meditazione, che deriva dal Buddhismo Theravada (la corrente più fedele all’insegnamento originario del Buddha), è stata adattata al contesto dell’Occidente contemporaneo.
Attraverso la meditazione è possibile fare esperienza della natura immaginale del reale, ovvero, sperimentare che il dualismo che ci porta a percepire noi stessi come separati dal tutto, non è che un’illusione della mente. La pratica della meditazione, nelle sue diverse tecniche, consente di ritrovare il contatto profondo con gli elementi e comprendere che la vita e la morte altro non sono che l’aggregarsi ed il disgregarsi degli elementi stessi.