Pochi giorni fa è uscito l’articolo della giornalista Nadia Cavalleri che trovate a questo link.
Pur senza essere citato nell’articolo, il riferimento per quanto concerne la pratica filosofica intesa come stile di vita è al filosofo Pierre Hadot, autore di saggi che sono stati fonte di ispirazione per chiunque intenda la filosofia non solo come riflessione teorica, ma come, appunto, modo di essere e di vivere.
La storia della filosofia è infatti segnata, sin dalle origini, dal suo dialogo con la vita, con la realtà, con la natura dell’essere umano.
Il pensiero, l‘atto stesso del pensare, in questo senso, sono funzionali al vivere in modo consapevole. Per questo i primi filosofi condividevano tempo e spazi, abitavano insieme, si frequentavano assiduamente e vivevano secondo i principi che la ragione suggeriva loro.
Altrettanto importante era l’osservazione: della natura, degli eventi, del comportamento degli uomini.
Osservare attentamente significa infatti non perdere il contatto con la realtà e questa è la base per poter scoprire, comprendere, trarre conclusioni.
L’essere umano, oggi, ha in gran parte perso questa attenzione e questa capacità ed è fondamentale recuperarla per non perdere il contatto con se stessi e ritrovarsi in forme di solipsismo più o meno gravi.
La figura del Personal Philosopher© nasce dunque dal tentativo di accompagnare il Cliente attraverso la condivisione, non da remoto, ma in presenza, dei suoi tempi, dei suoi spazi, della sua vita e di sviluppare una prospettiva sul quotidiano che lasci spazio alla meraviglia.
Guardare la vita con occhi nuovi, coltivare la capacità di stupirsi anche davanti a ciò che è familiare per riscoprirne la bellezza, la complessità, il senso.
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