Lo scorso week end ho partecipato al workshop promosso da Filosofiacoibambini.
Un corso stimolante, ricco di spunti, che mi ha riportata alla bella atmosfera che si respira durante i laboratori nelle classi, quando devi stare sempre sul pezzo, quando sai che la riuscita della sessione dipende dalla tua capacità di esserci, totalmente e completamente, dalla qualità della tua energia, dalla passione con cui ti immergi nel tema che i bambini scelgono di affrontare, dalla tua capacità di condurli affinché il dialogo sia a tutti gli effetti filosofico e anche dalla libertà di lasciarti condurre, onde evitare di pilotare i loro pensieri o di diventare troppo direttivo.
Quello della Filosofiacoibambini (scritto e pronunciato rigorosamente tuttoattaccato) un metodo diverso da quello della Philosophy for Children – che attualmente propongo agli alunni della scuola primaria e secondaria – che sarò curiosa di testare sul campo.
Carlo Maria Cirino, ideatore del progetto e dei laboratori, mi ha ricordato Gianluca Magi: entrambi filosofi, visionari ed un pò sciamani.
Parla e sembra descrivere ciò che vede.
E tu che ascolti, a tua volta, hai l’impressione di partecipare alla visione di quelle stesse immagini che, come fossi in una sorta di trance mistica o di stato ipnotico, ti appaiono e parlano attraverso la tua voce.
“Chissà come mai mi sto soffermando così tanto su questo tema?” si è chiesto ad un certo punto.
Troppo tardi, ormai buona parte del sabato pomeriggio e della domenica mattina erano scivolati via. E la scintilla dell’anima era sin troppo accesa per permettergli di interrompere quel flusso di parole attraverso cui cercava di spiegare come poterci rivolgere al bambino e non al personaggio che molti alunni – ed insegnanti, mi permetto di aggiungere – interpretano in classe.
Arrivare all’io e dissolvere la maschera, questo il concetto. Ed è stato bello che ci si sia soffermato così tanto.
E’ stato importante che i criteri di efficacia ed efficienza che regnano sovrani nel mondo del marketing – e che purtroppo spesso vengono applicati anche a scuola – non la facciano da padrone anche in un seminario in cui ciò che conta, più dei contenuti tecnici, è veicolare lo spirito di un progetto che trasmette il senso della cura, dello studio, della preparazione, della serietà e dell’ispirazione creativa.
La Valeria seduta tra le file dei partecipanti non era la stessa che racconta ora l’esperienza.
La Valeria che vive la sua vita, che vive l’avventura della vita e che vive la vita come un’avventura non è la stessa che la guida sulla direzione da seguire. La Valeria che sta andando giorno dopo giorno alla scoperta del mondo non è la stessa che la osserva agire e che dolcemente o con veemenza la conduce nel viaggio.
La Valeria persona è quella che, per realizzarsi, si sta affidando alla Valeria personaggio.
E più si affida, più la differenza tra le due si dissolve, più la Valeria persona diventa la Valeria personaggio e, viceversa, quest’utlimo prende vita e diventa ciò che la Valeria persona sa di poter essere, sa di essere già, almeno in potenza. La Valeria personaggio, quella di FilosofiaAmica, è una tra le tante opzioni che la Valeria persona ha davanti a sè.
Scegliere di affidarsi a lei è la via per rendere questa possibilità una realtà.
Sono due, ma in realtà sono molte di più le anime che mi – ci – popolano. Forse sono tutti, solo, ruoli che interpretiamo, opzioni a cui offriamo di volta in volta la possibilità di manifestarsi. E allora mi piace concludere questo flusso di coscienza con una citazione, con la mia citazione preferita:
“Ci sono mille possibili io in me e non posso rassegnarmi ad esserne uno soltanto”.
Non so chi l’abbia detto: chiunque sia, lo ringrazio di cuore per non essersi tenuto per sè queste parole.