“Esistere, è osare gettarsi nel mondo”.
(Simone De Beauvoir)
E’ bastato sbagliare strada ed imboccare il vicolo di destra invece che quello opposto per trovarci catapultati in un mondo nuovo.
E’ l‘altra faccia del Messico, il volto oscuro di questa Citta’, quello che non vedi passeggiando per le vie di citta’ turistiche come Tepoztlan ma, forse, quello piu’ autentico.
Lontana dal sole caldo delle Piramidi atzeche e dai localini in cui gustare guacamole e tequila, la nostra casa sembra fare da spartiacque tra il Messico commerciale, quello fatto da palazzi moderni, piscine, palestre, importanti centri studio ed uffici, e quello che racconta la quotidianita’ dell’anziano che, col viso coperto dal sombrero, osserva attento cio’che accade nella via o quello dei bambini che girano con il carretto alla ricerca di qualcuno che compri un po’ di frutta fresca.
Da un lato, taxi scintillanti e ristoranti alla moda, simili a quello in cui il primo giorno siamo stati ospitati dal filantropo che ha finanziato il nostro progetto, dall’altro, tacos, tortillas e salse piccanti e altarini devozionali.
Da un lato, le catene di supermercati in cui trovare sushi e semi di girasole, dall’altro bancarelle con chicharron (pelle di maiale fritta).
Da un lato, la cultura e l’universita’, dall’altro bambini che giocano nei cortili delle scuole e sfoggiano con orgoglio le loro divise o poliziotti di guardia all’entrata delle stazioni.
Sono due mondi, o, forse molti di piu’. Sono parte della stessa realta’: una realta’ che colpisce, incanta e fa riflettere.
E tu sei nel mezzo e, a seconda di dove punti lo sguardo, ti senti osservatore, protagonista, turista, estraneo o co-creatore di quella realta’. La nostra nuova casa – tanto diversa da quella in cui David e suo fratello Paco ci hanno ospitati la prima settimana – ci sta offrendo la possibilita’ di vivere tutte queste vite e di penetrare un pochino piu’ a fondo in questa realta’.
Tra pochi giorni si cambia di nuovo e ci si prepara a scoprire un altro pezzetto di Messico e di noi stessi.
Stay tuned,
Valeria