Sliding doors

Cammino tra le vie di Milano, con gli occhi rapiti dalla bellezza di alcuni palazzi che guardo come se vedessi per la prima volta, passeggio tra le vie di quartieri che non conosco, con fare da turista e, all’improvviso, sento risvegliarsi una strana felicità.

“Questa vita è proprio bella”, mi dico!

No, non ho dimenticato le lacrime versate qualche giorno prima, non ho dimenticato la lista delle cose che devo fare prima di sera, non ho dimenticato che ancora sono alla ricerca di quel qualcuno che non solo rapisca il mio cuore, ma mi permetta di incanalare quell’amore che si risveglia in me giorno dopo giorno nell’ambito di una relazione di coppia: ho tutto questo ben presente, ma niente di ciò che “non va” ha il potere di togliermi la mia felicità.

Ed è sempre in queste occasioni, quando assapori la pienezza, quando sei totalmente nel qui ed ora, che si apre un varco ed arriva qualcosa che non ti aspetti.

Questa mattina è arrivata la sensazione di sentirmi co-creatrice della realtà: ho ritrovato il mio potere di dar vita ad infiniti mondi possibili e si è risvegliata la consapevolezza che per co-creare bisogna essere (almeno) in due. Oggi mi è stato chiaro che avrei potuto gettare dei semi in varie direzioni, aspettando di vedere come si sarebbero evoluti gli eventi, invece che cercare di dirigerli o controllarli.

Oggi mi sono mossa dentro la materia, non sopra di essa.

In quel momento non c’era la mente che, con fare ingegneristico, tenta di dirigere il corso degli eventi; non c’era nemmeno l’anima che vede negli altri simboli, miti, archetipi.

No, stamattina c’era il corpo, c’era la materia e c’era l‘altro.

L’altro, che ha diritto di esistere in quanto tale e non solo in quanto mia immagine o specchio. L’altro, che porta il nuovo, che ha potere di scegliere se e come raccogliere il sasso che tu getti. L’altro, essere senziente e presente, con la sua libertà di rispondere come vuole ai tuoi stimoli. L’altro con il suo mondo di simboli, miti, archetipi, che re-agisce sulla base delle lenti attraverso cui guarda il mondo.

L’altro, che porta la vita dentro di te, rendendoti in qualche modo fertile.

L’altro, co-creatore della tua realtà nella misura in cui smetti di voler fare tutto da solo e ti lasci trasformare, plasmare, condurre verso il nuovo.

L’altro, che ti dona la vita e che a sua volta riceve la vita tramite te, in uno scambio reciproco e fecondo.

Ecco che cosa ha risvegliato quell’attimo di inaspettata felicità: ha risvegliato l’altro, ha risvegliato la vita.