Sabato al museo

“L’astronomia costringe l’anima a guardare oltre e ci conduce da un mondo ad un altro.” (Platone)

 

Inizia così la nostra giornata: con il sole che illumina la stanza e con la voglia di trovare del tempo per noi.

Sembra strano, eppure, anche in una situazione poco convenzionale come questa, la routine e gli impegni prendono a volte il sopravvento e serve un respiro per ricordare dove siamo, chi siamo e come vogliamo vivere.

Il museo di antropologia è una scoperta: di sala in sala ripercorriamo l’intera storia dell’Umanità e la sensazione, camminando a fianco di stele, obelischi, statue, utensili e murales, è quella di toccare con mano l’altra metà della storia.

downloadEd è una storia che racconta di valori diversi dai nostri, di un contatto profondo con il Cielo, di una connessione con la vita, nelle sue diverse sfaccettature, comprese quelle che parlano di coraggio e violenza, come nel gioco della pelota, il cui vincitore veniva offerto in sacrificio alla divinità affinchè l’ordine del mondo potesse essere preservato.

Il tempo passa velocemente e in men che non si dica ci ritroviamo dalla sala delle Piramidi a quella della pietra del sole e, dopo più di tre ore, quando ormai il sole è tramontato, esploriamo veloci l’ultima sala, quella in cui si celebrano le tradizioni, i costumi e le leggende più recenti.

Lasciamo il museo con la sensazione di aver visto molto e con la curiosità di approfondire le nostre conoscenze astronomiche, al momento purtroppo alquanto scarse.

Fuori è ormai sera e decidiamo di concludere quella che è stata una giornata fatta di intimità e, al tempo stesso, apertura al mondo, con una cenetta in uno dei tanti locali caratteristici che si trovano ad ogni angolo della Città.

Il viaggio di ritorno è silenzioso, non servono molte parole per condividere il nostro star bene. E questo silenzio ci ricorda che ogni istante è un momento da assaporare, per lasciare che le sensazioni si imprimano nella memoria e che il suo profumo resti anche quando entrambi faremo ritorno nel mondo.

Con gratitudine per questo sabato pomeriggio,

Valeria