“Vederti nuda è come ricordare la Terra”.
(Federico García Lorca)
Il sole appena sorto, la sabbia a contatto con la pelle e l’acqua del mare, già calda, che mi abbraccia e mi avvolge.
Bastano pochi scatti per sentirmi a mio agio.
La bellezza del panorama e il silenzio delle prime ore del mattino ci permettono di entrare immediatamente in risonanza e, senza bisogno di troppe indicazioni, il progetto prende vita.
Forme, colori, profumi si fondono. E il corpo inizia a diventare parte dell’ambiente circostante, a diventare tutt’uno con esso.
Poco alla volta affiorano emozioni e sensazioni, che cerco di incarnare e lasciare esprimere attraverso le posture di yoga che, come in un racconto, hanno il compito di fare da intermediario tra ciò che accade dentro di me e i pensieri e i concetti che Marco ed io vorremmo comunicare.
Ogni asana è al tempo stesso ispirata dalla natura e manifestazione dell’universo interiore.
E il corpo, con il quale spesso, ancora oggi, mi trovo a combattere, diventa condizione di possibilità per interagire con il mondo e per vivere l’esperienza della libertà e del piacere.
Tutto, a quel punto, definisce l’esperienza: il mare, le colline circostanti, persino il tronco trovato in spiaggia.
L’obiettivo di Marco immortala ogni attimo con delicatezza e in modo quasi impercettibile, tanto che, solo quando riapro gli occhi e, insieme, rivediamo le fotografie, mi accorgo di quando e quanto sia stato vicino e abbia saputo interpretare il dialogo tra me e il momento presente.
Scatti, ritratti, nei quali c’è una Valeria che conosco ed una Valeria che deve ciò che è alle donne di famiglia, quelle che ritrovo nei lineamenti del viso o nelle curve della schiena.
C’è anche una Valeria sconosciuta: osservo il riflesso del mio viso e mi chiedo chi sia la persona che si specchia, tanto diversa da quella a cui sono abituata a dare il buongiorno ogni mattina.
Mi vedo, mi guardo, e mi dico che è esattamente questo lo scopo del progetto: conoscersi e riconoscersi, al di là delle maschere, al di là di ciò che crediamo di essere, al di là di quello che la nostra storia dice di noi.
Toccarsi, percepirsi, identificarsi e poi lasciare andare se stessi e recuperare una dimensione di novità e scoperta che assomiglia un pò ad un foglio bianco su cui è ancora possibile scrivere le pagine più belle della propria storia.
Perchè, se il passato appartiene alla sfera dei ricordi, il futuro è ancora tutto da immaginare.
E al nostro workshop filo-fotografico, faremo proprio questo: Vi condurremo a mezzo dello yoga, delle pratiche filosofiche e della fotografia in un viaggio di scoperta ed auto-esplorazione aperto ad appassionati di fotografia, ma anche a tutti coloro che desiderano, come me, scoprirsi e riscoprirsi ogni giorno.
Con emozione,
Valeria