Racconti di un’estate I FiL Good

Manca poco ormai alla partenza. Destinazione: Sicilia.

Mentre faccio la valigia mi redo conto che la mia estate, quest’anno, è stata ricca, davvero ricca, non solo per la quantità di cose fatte, ma soprattutto perchè ho l’impressione di aver succhiato il nettare di ogni singola giornata.

Mi sono goduta la mia casa e la mia famiglia in qualità di “ospite occasionale” e non più di presenza stabile, ho passeggiato moltissimo in lungo le rive del fiume e tra i sentieri delle montagne bergamasche, scoprendo con soddisfazione che due anni di palestra mi hanno resa in grado di affrontare 7 ore di camminata a passo spedito.

Ho all’attivo un emozionante giro in mongolfiera – un desiderio che si realizza, un mix di adrenalina e paura folle di cadere giù -, una visita ad Expo ed un’incursione al Diz Festival, per dare sostegno ad un sogno che ho visto nascere e diventare realtà nel giro di pochi mesi.

Il periodo estivo è stato anche l’occasione per rivedere quegli amici che porti sempre nel cuore, ma che hai poco tempo per andare a trovare: tante chiacchiere che riscaldano il cuore e fanno affiorare sorrisi e ricordi.

Una nota particolare merita l’intensa esperienza all’eremo.

I giorni di silenzio e solitudine mi hanno permesso di ritrovare quella pace dello spirito che si riflette anche nel mio modo di mangiare: ho mangiato di più, ho mangiato con calma, ho mangiato ricordando quanto è bello avere qualcuno che cucina per te e ti fa sentire coccolata ed accudita. Le conversazioni con Don Mario e gli esercizi che mi ha proposto, poi, sono stati utili per fare luce su quelle ferite che è tempo di guarire per poter andare avanti con serenità.

I mesi estivi sono serviti anche per fare chiarezza sul mio modo di intendere e vivere le relazioni: quelle di lavoro, quelle con gli amici e quelle di coppia.

Ciò che ho osservato non sempre mi è piaciuto e spesso mi sono chiesta se mai uscirò da quelle dinamiche che sono talmente radicate da farti sentire impotente, come se tu fossi la dinamica stessa. Le mie riflessioni sono diventate pagine di un libro che, chissà, un giorno magari prenderà vita.

E sono state proprio queste riflessioni a farmi capire che era arrivato il momento di fare qualcosa che non ho mai fatto:

stavolta parto da sola.

Parto senza una meta ben precisa, senza programmi prestabiliti. Parto senza avere nemmeno un biglietto di ritorno nè una data precisa entro cui tornare.

Parto con l’idea che potrei anche non tornare perchè, in fondo, tutti noi abbiamo dentro un pò di sana voglia di fuggire dalla nostra vita, per quanto questa possa piacerci.

Parto con un bagaglio leggero, ma con la valigia carica di fiducia e il cuore pieno di gioia: finalmente muovermi nel mondo fa meno paura, finalmente la condizione di “single” non è una sciagura che ti impedisce di essere felice, ma l’occasione per guardare le cose da una prospettiva diversa.

Parto, infine, pregustandomi il ritorno perchè settembre, questa volta, non appare più come un ritorno alla routine, ma come l’inizio di un’altra avventura.

Perciò, a presto e… stay tuned 😉

Valeria


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