LA MORTE: CICLICITA’, TRASFORMAZIONE, VITA, AMORE
Oggigiorno c’è una gran paura della morte: la temiamo a tal punto da usare eufemismi come “è scomparso” o “è venuto a mancare”. Ci comportiamo come se la morte fosse una grande disgrazia da tenere lontano con ogni mezzo e allontaniamo tutto ciò che indirettamente ci parla della morte, come la vecchiaia, la malattia, ecc..
Un simile atteggiamento è frutto di una cultura che ha perso il contatto con l’esperienza della morte.
Lasciare andare qualcuno che amiamo o una parte di noi stessi suscita sofferenza, nostalgia per questo cerchiamo di proteggerci da tale esperienza. Pensare alla morte come trasformazione non significa cercare di fuggire da questo dolore, anzi, di imparare a viverlo pienamente, restituendogli la sua dignità e sperimentandolo in tutta la sua intensità: solo se saremo disposti a farlo potremo davvero fare esperienza della morte come trasformazione e smetteremo di temerla.
La morte d’altra parte ci accompagna in ogni momento della nostra vita: per far sì che il corpo si rinnovi è necessario che alcune cellule muoiano; per poter diventare adulti è necessario che il bambino e l’adolescente che c’è in noi muoia; per ogni scelta che facciamo, per ogni direzione che prendiamo, ce n’è un’altra che sacrifichiamo. Anche quando chiudiamo una relazione o cambiamo lavoro stiamo morendo.
Imparare a vivere significa imparare a morire: se rimaniamo costantemente in bilico, indecisi su quale direzione prendere, finiamo per rimanere immobili, nella completa stagnazione; se non vogliamo togliere i panni dell’adolescente non ci permetteremo di crescere, di sperimentarci come uomini e donne, come genitori, ecc..
“Chi insegnerà a gli uomini a morire, avrà insegnato loro a vivere”
(M. De Montaigne)
La morte così intesa, è una trasformazione: il vero cambiamento non può che comportare un sacrifico, un lasciare andare qualcosa affinchè un’altra parte di noi possa vivere. Ecco perché più si muore e più si vive. Quando ci opponiamo all’esperienza della morte restiamo prigionieri in situazioni stagnanti: abbiamo paura di morire e finiamo per morire davvero!
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Tutto scorre” (Eraclito)
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Spesso siamo molto spaventati dall’idea di cambiare e questo ci spinge a cercare di resistere a tale esperienza. Il divenire è inevitabile, è nella natura delle cose: sta a noi imparare a viverlo con consapevolezza e lasciare che il flusso ci guidi oppure provare a resistergli rischiando di rimanere in situazioni stagnanti o di esserne travolti.
Quando ritroviamo il contatto con l’energia del divenire, con il flusso, con il Tao, ecco che entriamo in una dimensione di spontaneità, tutto ciò che ci serve fluisce spontaneamente nella nostra vita e ci sentiamo trasportati da una corrente che ci indirizza verso la nostra realizzazione. Per farlo dobbiamo fare esperienza della morte.
Ludovico Einaudi, Divenire