Ho rischiato di arrivare al nostro appuntamento così: senza trucco, senza tacco, senza soldi (perchè ovviamente ero senza portafogli!), senza telefono, persino senza patente – confido che non ci siano vigli tra i miei lettori e che comunque le multe non siano retroattive 😉 – e quasi senza benzina.
Se l’obiettivo fosse stato vedersi al naturale, presentarci per ciò che siamo, liberi dalla voglia che si prova ad ogni primo appuntamento di sfoggiare il meglio di sè, probabilmente non avrei saputo inventare una situazione migliore.
Ma la mia parte creativa, quella che ha fatto in modo che rimanessi chiusa fuori casa proprio nella sera meno opportuna, ha anche trovato una soluzione per permettermi di presentarmi in orario e ben agghindata: potere della determinazione!
Mentre chiacchieravamo seduti al tavolo ridendo del fatto che il mio corpo, a stomaco vuoto, non regga nulla di più forte del succo di mirtillo, e mentre lui gentilmente si prestava a fare da cavia assaggiando prima di me una tartina con salsa di radicchio dal colore leggermente fluorescente, ecco che mi ritrovo a proporgli un esercizio per migliorare l’atmosfera sul luogo di lavoro .
E quando lui ride, immaginandosi la sera, a letto, ad inviare amore incondizionato al suo datore di lavoro, io sorrido a mia volta per non aver saputo resistere ed aver già scoperto le mie carte.
Tanto vale, dunque, che gli racconti di come stavo per arrivare al nostro incontro e che gli dica che in questo momento della mia vita ho rinunciato ad avere un qualunque piano o progetto preferendo invece stare aperta e ricevere ciò che l’universo deciderà di inviarmi.
Forse il mio insegnante di marketing non approverebbe, forse mi suggerirebbe di agire per metodo invece che per obiettivo anche nella vita di coppia.
Forse direbbe che mostrare questa parte di me – che pure è parte di me, che pure sono io – è anche un pò un modo per proteggersi e per proteggere l’altra (un’altra) parte di me, quella che è ancora reticente a farsi corteggiare, ad esprimere la sua femminilità, il suo essere donna, quella che è un seme che inizia a germogliare, ma che ha ancora bisogno di qualche cura e di un pò di calore prima di farsi strada e mostrarsi al mondo.
Quando ci sono entrambe, quando l’una dà vita all’altra, quando si sanno alternare e completare a vicenda, quando l‘anima permette alla donna di esprimersi e la sta a guardare mentre agisce, mentre vive e quando la donna permette all’anima di manifestarsi attraverso lo scintillio degli occhi e di guidarla… quando l’anima si perde in una risata contagiosa e la donna non si ritrae davanti ad un complimento o ad un gesto galante, sentendosi in questo modo riconosciuta in quel ruolo che ancora non aveva interpretato, quando entrambe prendono atto del fatto che per l’altra persona questo è naturale, allora ti senti in pace, grata, amata.
Sai che non c’è più nulla da fare perchè tutto è già accaduto, in modo naturale, senza alcuno sforzo. Sei già ciò che potresti essere, sei già una donna. L’altro già ti vede come tale.
E se l’anima non può fare altro che constatare che l’aprirsi, il dare, il darsi, il mostrarsi senza paura è la chiave del ricevere, la donna si accorge che l’esperienza la rende più sicura e si scopre pronta a vivere.
Valeria