“Se guardi il cielo e fissi una stella, se senti dei brividi sotto la pelle, non coprirti, non cercare calore, non è freddo ma è solo amore”.
(Khalil Gibran)
<<That’s sooo sweet>> mi dice in tono ammirato e al tempo stesso canzonatorio.
E aggiunge: <<You are so sweet>>.
A distanza di tempo non so ancora se prenderlo sul serio, se leggere le sue parole come una provocazione o come il naturale corollario di quello sguardo che mette a nudo la mia ingenuità.
E’ così da sempre.
Dalla prima volta, in cui, timidamente e quasi in silenzio, ci siamo dati appuntamento al Ponte Vecchio, a quando, ormai consapevoli che rinunciare all’altro sarebbe stato impossibile e, tutto sommato, nemmeno necessario, abbiamo messo a tacere l’imbarazzo e deciso che ci sarebbero stati un secondo, un terzo e forse un quarto incontro.
<<You’re so sweet>>, mi dice ancora. Ed io gli credo.
E allora conitnuo a parlare, a chiedergli se è felice della sua vita, se è così che la immaginava quando era bambino, se c’è qualcosa farebbe in modo diverso se potesse tornare indietro.
Io chiedo, e lui sorride.
Lo fa sempre, lo fa anche stavolta.
Si prende i suoi tempi, prima di rispondere. E intanto mi osserva e dice di sapere ciò che penso prima ancora che io parli.
Le mie domande, i suoi tentativi di svicolare.
I miei indugi, la sua pacatezza.
I suoi racconti, la mia voglia di sapere.
La sua dolcezza, la mia timidezza.
Non è per caso che ci siamo trovati ed è per scelta che non ci siamo lasciati.
E’ una scelta tenere viva la magia di un incontro fortuito. E’ una scelta credere che camminare sia la via per costruire la strada. E’ una scelta avere fiducia uno nell’altra.
Anche quando il tempo sembra tenerti a distanza. Anche quando i silenzi lasciano supporre che tu sia un ricordo più che una presenza.
Vederci è un impegno che abbiamo preso con noi stessi.
Per continuare a credere nella magia.
Per non smettere di sognare.
Ed è lo stare insieme che alimenta quella possibilità fino a darle, ogni volta, un pò più di consistenza. Fino a trasformarla in materia, in vita, in realtà.
<<You’re so sweet>> ripete ancora.
Stavolta il tono è diverso. Più dolce, forse. O forse più serio.
Si ferma, si avvicina un pò e mi stringe a sè.
Poi mi zittisce e mi bacia.
Anche stavolta dico di sì.
E la favola continua.
Con affetto,
Valeria