Hygge: l’arte danese della felicità

“Non è possibile vivere felicemente senza anche vivere saggiamente, bene e giustamente, né saggiamente, bene e giustamente senza anche vivere felicemente”.
(Epicuro)

 

La giornata è di quelle che scoraggia ogni buon proposito e che ti fa desiderare semplicemente di restare a letto e goderti ancora per un pò il calore del piumone.

Ma i nostri corsisti hanno sfidato la pioggia e i ritardi sistematici dei treni regionali per raggiungerci in una Milano un pò più grigia del solito, ma sempre affascinante.

Ed hanno trascorso un’intera giornata esercitando l’ascolto attivo, l’empatia e sviluppando, esercitazione dopo esercitazione, la capacità di decentrarsi e porre domande che permettono di esplorare, con curiosità, gentilezza e coraggio, quello che il filosofo Ran Lahav definisce il “perimetro” dell’altro.

Il clima accogliente della location che ci ha ospitato – Hygge Square – ha facilitato il processo di conoscenza reciproca e gli oggetti d’arredo sono diventati ben presto punti di partenza per interrogare l’altro e confrontarci su ciò che la moda significa per noi, su come e quanto l’abito rappresenti una maschera, o, viceversa un’occasione per esprimere se stessi.

Le esperienze dei partecipanti, insieme alle loro competenze in materia di consulenza di immagine, sono state il valore aggiunto: come in ogni pratica filosofica, infatti, ciò che conta è mettersi in gioco come persone, portando il proprio bagaglio di vita, di studi, di viaggi (fisici e interiori).

E così, quello tra la filosofia e la moda è diventato uno scambio ricco, interessante, imprevedibile.

Due universi apparentemente lontani che, in questa giornata, hanno invece trovato il modo per dialogare, per arricchirsi, per offrire all’altro una prospettiva complementare e sempre puntuale e pertinente.

Fondamentale, infatti, quando ci si approccia all’altro con il desiderio di conoscerlo, sospendere il giudizio e mettere se stessi tra parentesi, così da esserci davvero per l’altro e da stare, insieme, nel processo, consapevli di ciò che accade e di come la relazione sia in grado di trascendere la somma delle singole parti e di diventare entità autonoma.

Tra i temi affrontati, il ruolo dell’abito, le aspettative del cliente, le caratteristiche del buon consulente di immagine, ma anche il silenzio, i condizionamenti della moda, la libertà di scelta, il decentramento e la capacità di leggere ciò che si cela dietro il contenuto verbale della comunicazione.

Come un seme, gli stimoli e gli spunti di rfilessione, accompagneranno i corsiti nelle prossime esperienze sul campo e, speriamo, che questa bella esperienza, abbia presto un seguito.

Grazie allora ai partecipanti e allo Staff di Hygge Square che hanno saputo tradurre in pratica i valori della filosofia hygge e starci accanto, con discrezione e simpatia, in questa giornata di studio.

Vi aspettiamo domenica 20 gennaio e mercoledì 23 gennaio per altri due appuntamenti con le tecniche di counselling applicate alla consulenza di immagine!

Namastè,

Valeria