“Rose tornò in possesso del suo amato strumento, quello con cui sperava di essere finalmente libera. Però scoprì un diverso genere di libertà, più dolce e più naturale, e si accorse di avere un cuore più grande di quanto credesse. Adesso riusciva ad amare nella stessa misura Antoine e la musica e l’amore per entrambi cresceva di giorno in giorno. del resto, non è così che funziona? A volte i problemi svaniscono misteriosamente non appena smettiamo di preoccuparci di quello che ci riserverà il futuro” (Caroline Vermalle, Due biglietti per la felicità)
Metti una domenica di maggio, una di quelle in cui ti aspetti che il sole splenda e che faccia già così caldo da aver voglia di uscire ed immergerti nella natura.
Metti, invece, che aprendo la finestra ti trovi davanti ad un cielo grigio, alla pioggia: a quel punto la tuta la tieni, ma invece che infilare le scarpe da ginnastica, ti metti comodi calzettoni da casa e ti butti sul divano con una coperta, una buona tisana e ti immergi nella lettura.
Prendi un libro a caso, uno di quelli con cui coccolarsi e regalarsi un pizzico di romanticismo tipico dei film anni ’80.
E’ con questo spirito che mi sono immersa nella lettura di questo romanzo di Caroline Vermalle: una trama, se vogliamo, semplice e un pò scontata che rende, proprio per questo, naturale identificarsi con la voglia di evasione della protagonista, con la sua ricerca di una vita che fosse qualcosa di diverso dalla missione della sua anima: suonare il violoncello.
Con buona pace di quanti peregrinano tutta la vita cercando di trovare quel senso nascosto della vita, quel motivo per cui l’anima ha scelto di fare questa esperienza sulla terra, la giovane musicista cerca, al contrario, di uscire da quella vita che lei stessa ha creato e che, pure, sembra essere la sua unica possibilità.
Essere ciò che siamo, dire di sì a noi stessi o cercare di aprirsi un varco verso “l’altra te”? Questo l’interrogativo di Rose.
La risposta del libro è che, ovunque tu vai, non puoi allontanarti da ciò che sei. E, quando hai il coraggio di dirle un sì totale, profondo e incondizionato, allora la tua missione ti rende la versione migliore (e più felice) di te.
Darsi, dunque, sembra essere la chiave per risplendere.
Ed è questo l‘augurio per questo inizio settimana e inizio mese: datevi alla vostra missione e alla vostra anima con gioia e fiducia e lasciate che vi guidi e vi orienti: fino a che vi farà trovare voi stessi.
Namastè,
Valeria