La ricerca dell’abito da sposa e della nuova casa, la realizzazione di un progetto su Meetic (l’agenzia di incontri per single) per il corso di marketing, l’iscrizione al corso sulle relazioni e, come se non bastasse, l’I Ching che questa mattina sentenzia propositivo “L’avanzamento graduale. La ragazza va sposa. E’ cosa buona perseverare“…
Mi accorgo che la mia anima spesso è costretta a cercare vie lunghe, strane. Vie inusuali.
E’ il suo modo di comunicarmi che è il momento di agire, di seguire una certa strada o di far fronte ad un desiderio che, per molto tempo, è come se restasse latente o si fermasse ad un livello razionale, ma non si traducesse davvero in azione e, quindi, in manifestazione.
Spesso serve tempo – mi serve tempo – per passare dall’idea all’azione che mi permette di darle vita: è il tempo necessario a rimuovere le resistenze, i dubbi, le paure. Poi, dopo vari tentativi – dopo tanti piccoli passi – ecco che finalmente qualcosa si muove, come una diga da cui finalmente l’acqua può sgorgare. E’ a quel punto che arriva lo stimolo giusto.
A quel punto, e solo in quel momento, l’azione è senza sforzo.
Riesco a percepire la qualità di questa azione: delicata, gentile, quasi invisibile. Femminile, mi verrebbe da dire.
Ricordo di averla già sentita quella delicatezza tradotta in azione. L’ho vissuta in un tempo che sembra oggi così lontano: prima che le paure prendessero il sopravvento e rovinassero qualcosa che sembrava tanto raro e prezioso, da darmi l’impressione di essere “troppo” per me.
Non serve altro, solo un soffio, per attivare il processo: quando sei pronto, le cose accadono quasi da sè. mai un attimo prima, mai un attimo dopo: sempre al momento giusto.
Ogni volta, arrivata a questo punto, riaffiorano le parole del mistico tibetano Tilopa:
La suprema condotta è assenza di sforzo.
E per un attimo mi sembra di comprenderne davvero il significato.
Con dolcezza,
Valeria