Parto dal fondo.
Da quel treno preso in corsa che mi riporta a casa e da un saluto che, una volta tanto, suona come un arrivederci e non come un addio.
Parto dalla valigia in cui ho stipato ricordi ed emozioni di un viaggio che ha nutrito l’anima, che ha risvegliato la creatività e che ha fatto affiorare in maniera ancor più chiara la consapevolezza di quanto sia importante stare con persone che sanno infonderti fiducia e voglia di star bene.
Parto dai regali da smistare, da quel sorriso furbetto che si accende nel pensare all’effetto che faranno dolcetti ed altri cibi cinesi non ben identificati nel momento in cui li distribuirò ad amici e parenti.
Parto dal servizio da té che non vedo l’ora di inaugurare con i compagni del Gioco dell’Eroe al prossimo ritrovo del Circolo Magico e dalla collana che ci è stata regalata quando il pensiero era già a ciò che ci avrebbe atteso una volta scesi dall’aereo.
Come a ricordarci che l’esperienza non era ancora terminata, che mancava ancora un pò prima di considerare il Viaggio in Cina ufficialmente concluso.
E in quelle poche, interminabili ore, in cui volavamo alti nel cielo, ecco che, inaspettate arrivano le lacrime.
Lacrime di gioia e di paura, di rabbia e di dolore. Lacrime di liberazione e gratitudine. Lacrime che pensavo avrei lasciato a casa e che invece mi accompagnano ovunque vada.
Lacrime che uso come mezzo per comunicare ciò che le parole spesso non riescono a dire e che mi permettono di svuotare l’immenso bagaglio di emozioni che mi attraversano ogni volta in cui mi dò totalmente all’esperienza.
Lacrime che solo apparentemente stonano con il cerchietto a fiori rossi che ancora indosso e che mi ricorda di quanto meraviglioso sia stato il mio “chinese birthday“.
Parto dal fondo, dunque.
Con la consapevolezza che questo primo articolo aprirà la porta a tutto ciò che vorrei condividere con chi, con pazienza ed affetto, legge e vive con me le avventure dell’anima.
Grazie di cuore,
Valeria