Il Processo

Una volta compreso che tutta la realtà è una nostra manifestazione, viene spontaneo chiedersi come sia possibile dirigere consapevolmente il cambiamento.

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LA LEGGEREZZA

Ripulirsi dagli attaccamenti ci porta a sentirci sempre più leggeri, liberi!

Più siamo aperti, fiduciosi, leggeri e più immediata è la risposta alle nostre richieste: ciò che ostacola la manifestazione della nuova realtà, infatti, è molto spesso la paura frutto dell’attaccamento al risultato.

Questo è anche lo spirito che dovrebbe accompagnare le nostre richieste al Cosmo, al Divino, al Sè, all’anima.

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LA MENTE CREA

La realtà che viviamo è lo specchio delle nostre credenze profonde.

Ciò significa che prima viene l’idea (lo schema mentale, la credenza) e poi la realtà inizia a prendere la forma di quell’idea.

Questo appare molto chiaramente nelle indagini psicogenealogiche, ovvero, negli studi sui legami familiari e la programmazione inconscia ricevuta dagli avi: emerge, infatti, che di generazione in generazione la medesima situazione si ripresenti, spesso ingigantita, come se l’evento originario avesse innescato un meccanismo che prende forma grazie alla vita dei discendenti.

250px-phrenology1Per questo il vero cambiamento avviene a partire da una de-programmazione profonda e dalla ri-programmazione e, per lo stesso motivo,

è fondamentale prestare attenzione a ciò che pensiamo e scegliere consciamente di coltivare pensieri, immagini, emozioni, atteggiamenti positivi.

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IL PROCESSO

Sebbene ogni esperienza sia diversa e molto dipenda da ciò che realmente c’è in gioco per noi, si possono delineare dei punti chiave che permettono di orientarsi nel processo che porta alla manifestazione di una nuova realtà.

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1. INDIVIDUARE L’OBIETTIVO

E’ importante focalizzare la nostra attenzione su un’immagine futura positiva: la spinta deve essere la voglia di manifestare una realtà appetibile, che ci piaccia.

E’ importante che la spinta all’azione sia la positività, il piacere, non la mancanza. Anche perché altrimenti carichiamo le nostre richieste di ansia, preoccupazione, aspettative  e paura che non fanno altro che rallentare il processo.

Se ciò che accompagna la nostra azione è una mancanza, se ci focalizziamo su qualcosa che vogliamo evitare, il nostro desiderio “vibrerà sulle frequenze della mancanza” restituendoci tale esperienza!

L’atteggiamento, al contrario, dovrebbe essere quello della leggerezza, della gioia, della soddisfazione che attira altra soddisfazione.

Non dobbiamo porre limiti a ciò che chiediamo, possiamo trasformare ogni nostro desiderio in un’occasione per entrare in contatto con le leggi dell’Universo!

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2. FORMULARE CHIARAMENTE LA PROPRIA RICHIESTA

Una volta individuato ciò che desideriamo è sufficiente formulare la richiesta all’universo, che sicuramente troverà il modo per farci avere ciò che desideriamo.

Un avvertimento importante è che ciò che la mente vuole non sempre è ciò che si rivela essere davvero il meglio per noi. Per questo il suggerimento è quello di affidare la propria richiesta al cosmo e di stare aperti per cogliere i segnali, rimanendo aperti alla possibilità di cambiare strada.

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Affidarsi al Sé, alla Guida dell’Universo o del Divino è un atto di fiducia che viene sempre ripagato! Ciò che conta è formulare una richiesta chiara, dettagliata, avere un’immagine mentale di ciò che desideriamo e accompagnare tale immagine ad un’emozione piacevole e al senso di fiducia nel processo.

Come arrivare alla meta ci diverrà chiaro passo dopo passo se rimarremo aperti e riconosceremo i segnali che ci indicheranno il percorso.

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Ogni volta che ti si presenta un problema non cercare di risolverlo, lo complicheresti… Ogni conflitto va affidato al buio e superato guardandolo in modo nuovo.

(Alain Bauer)

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3. RIASSUMERSI LA RESPONSABILITA’ PER CIO’ CHE SI E’ MANIFESTATO

Quando la nostra richiesta riguarda qualche ambito della nostra vita particolarmente problematico, è possibile che il processo di cambiamento necessiti di tempo.

Cambiare significa rendersi conto delle motivazioni profonde che hanno portato al manifestarsi del problema.

L’obiettivo di ogni trasformazione, infatti, è quello di renderci più consapevoli in modo da evitare che il problema si ripresenti dopo poco. Le soluzioni estemporanee e le scorciatoie non portano da nessuna parte!

Se il mio problema riguarda ad ex il rapporto col denaro, il vero obiettivo sarà guarire ciò che ha portato al disagio, non trovare un pacco di banconote sotto il materasso al risveglio!

Ogni richiesta dovrebbe nascere dal desiderio profondo di crescere, di ripulirci dagli attaccamenti, di apprendere, di realizzare la missione dell’anima. Il desiderio, dunque, diventa un veicolo di evoluzione e un modo per entrare in contatto con il potere universale, con il potere dell’amore e del divino!

Il primo passo per manifestare una nuova realtà è quello di comprendere che l’origine del problema è una credenza boicottante, distruttiva che abbiamo coltivato. Ciò non significa che dobbiamo sentirci in colpa, ma semplicemente essere consapevoli del processo. E, anzi, comprendere che, così come abbiamo manifestato una realtà di disagio, nello stesso modo potremo cambiare le immagini che proiettiamo, dando vita ad una nuova situazione.

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4. VEDERE IL PROBLEMA PER CIO’ CHE E’

Spesso il problema è sotto i nostri occhi, ma, in un certo senso, è come se non riuscissimo a vederlo: siamo troppo immersi nella situazione per riuscire a cogliere ciò che agli occhi di un estraneo appare lampante.

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Quanto meno uno pensa, tanto più ha occhi ovunque:

il vedere deve prendere il posto del pensare

(Arthur Schopenhauer)

Attraverso le pratiche di yoga sciamanico o di costellazioni immaginali e attraverso il dialogo filosofico è possibile imparare a vedere ciò che ci sfugge.

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5. LA COMPRENSIONE INTUITIVA E LA PEACK EXPERIENCE

Le pratiche hanno il potere di ingigantire a tal punto il problema da rendercelo finalmente visibile. a quel punto, quando finalmente riusciamo a “vedere l’invisibile”, ecco che arriva la comprensione intuitiva, la peack experience, come la chiama Maslow. Questa presa di coscienza è come un’intuizione improvvisa che ti porta a chiederti come sia stato possibile non vedere ciò che stava davanti ai nostri occhi!

Si tratta di una comprensione che oltrepassa la dimensione propriamente razionale: per poter cogliere ciò che normalmente ci sfugge è necessario uscire dagli schemi abituali con cui leggiamo gli eventi; l’alternativa è quella di continuare a correre come un topolino nella scatola!

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6. VERSO UNA NUOVA REALTA’

Quando lo schema limitante è stato dissolto e rimpiazzato con una credenza costruttiva, ci si sente aperti ad una comprensione più vasta e a quel punto serve solo un po’ di tempo affinchè anche nella materia si manifesti il risultato di questo processo di trasformazione.

Il resto accade da sé e nell’assenza di sforzo!

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“La suprema condotta è l’assenza di sforzo” (Tilopa)

E’ incredibile constatare come,a questo punto, l’universo ti invii tutto ciò che ti serve per realizzare i tuoi desideri!

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7. LE RESISTENZE INCONSCE AL CAMBIAMENTO

Quando desideriamo manifestare una nuova realtà dobbiamo essere consapevoli che ogni cambiamento implica una morte: affinchè una nuova realtà venga alla luce è necessario che la vecchia realtà muoia. E, poichè questo spesso ci spaventa, creiamo molte resistenze inconsce per non dover passare dall’esperienza del distacco.

Per quanto sembri paradossale temiamo di lasciare andare persino quelle parti di noi (o quelle realtà) che razionalmente diciamo di non sopportare più!

Tutto sommato, infatti, abbiamo imparato a convivere con ciò di cui siamo insoddisfatti, mentre il nuovo, per quanto allettante possa essere, è comunque ignoto e ci chiede di metterci in gioco e di renderci vulnerabili.

Queste paure ci portano a boicottare inconsciamente i nostri progetti attraverso fallimenti o rinunce e spesso si mascherano dietro pigrizia, indecisione, dispersione.

Imparare a riconoscere i segnali dietro cui si celano le resistenze inconsce al cambiamento permette di dissolverli e di affrontare consapevolmente il passaggio.

Nel processo di manifestazione è quindi fondamentale sviluppare la propria consapevolezza e ripulirsi continuamente.

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8. LA SOGLIA DEL MERITO: QUANTA FELICITA’ SEI IN GRADO DI SOPPORTARE?

E’ proprio così: ad un certo punto qualcosa dentro di noi dice “basta” e non permette più all’universo di manifestarsi nella nostra vita sotto forma di abbondanza e prosperità.

Questa è ciò che si chiama “soglia del limite”.

La sperimentiamo ad esempio, quando non ci legittimiamo ad elevare il nostro tenore di vita, a guadagnare più dei nostri genitori ed è sempre a causa della soglia del limite che spesso, dopo aver perso i chili di troppo, si ingrassa nuovamente.

Purtroppo i boicottaggi inconsci che non ci consentono di raggiungere o mantenere i nostri obiettivi sono molti e non spesso facilmente riconoscibili.

I corsi e le sedute individuali rappresentano un’ottima occasione per ripulire in profondità la mente subconscia ed attivare le energie e le risorse che sosterranno il processo di cambiamento!

Percorsi di Consapevolezza

Programmi I FiL Good