Guarda questo video: dare, change, buona visione!
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Quando si inizia un percorso di consapevolezza, la prima cosa che si impara è mettersi in discussione, riassumersi la responsabilità per ciò che si è manifestato e non scaricare la responsabilità di ciò che si prova e di ciò che accade sugli altri.
La seconda è che tutto è perfetto così come è, sempre.
C’è però il rischio di cadere in alcuni equivoci.
Affermare che tutto è perfetto, per esempio, non è un invito a rassegnarsi o a sopportare tutto ad oltranza!
Molto spesso siamo portati a comportarci come Don Chisciotte, a lottare fino allo stremo delle forze contro i mulini a vento, anche laddove è evidente che i nostri tentativi cadranno nel vuoto.
L’anima consapevole sa riconoscere tutto ciò come un comportamento boicottante, un vano spreco di energia, sa riconoscere gli indizi e capisce quando è il momento di combattere e quando è tempo di lasciare andare. Se non ci permettiamo di cambiare, di porre fine a situazioni frustranti e insoddisfacenti, se non ci concediamo di ricercare il piacere e la gioia, ecco che la frustrazione diventa disagio, malessere, malattia.
I sintomi che subentrano (apatia, depressione, aumento o diminuzione eccessiva di peso, dermatiti, giusto per citarne alcuni) sono il veicolo attraverso cui il corpo e l’anima ci stanno parlando: sono il ruggito dell’anima selvaggia che si ribella e che ci dice “Alza la testa”!
La rabbia, la frustrazione, il disagio, in quest’ottica diventano i nostri più potenti alleati: sono la voce dell’anima che ci invita a non aver paura di cambiare, che cerca di svegliarci e farci capire che non siamo condannati all’infelicità e all’insoddisfazione, che ci sta dicendo che meritiamo qualcosa di più!
Se davvero aspiri ad una vita felice ed appagante devi smettere di agire da schiavo, vittima delle paure che la tua stessa mente crea. Devi risvegliare il coraggio di alzare la testa e dire a te stesso che “sì, ti meriti qualcosa di più”.
Così facendo realizzerai che le uniche catene che ti tenevano prigioniero erano quelle che la tua stessa mente aveva creato.
Essere consapevoli che lo star bene dipende unicamente da noi stessi e non dalle circostanze esterne, infatti, non significa privarsi del diritto di creare le condizioni che facilitano il mantenimento del proprio benessere.