AAA: Abito da sposa cercasi

E fu così che, armate di una (finta) carta di credito senza limiti e di una buona dose di (vera) sfacciataggine, entrammo nell’atelier.

Obiettivo: trovare il mio (vero) abito da sposa per il mio (finto) matrimonio.

E proprio là, dove i confini tra realtà e immaginazione sfumano, si è svolta la “commedia“: quella che, dopo tanto tempo, vedeva me e mia mamma di nuovo complici.

Quando le ho proposto di seguirmi in questa folle impresa l’ho probabilmente lasciata a tal punto sbalordita da non darle alternative: ha accettato e, con mia grande sorpresa ed altrettanta soddisfazione, ha abbandonato almeno per una giornata i panni da “Miss Perfettina” e si è lasciata andare, accondiscendendo ad interpretare il ruolo della mamma che accompagna la figlia in procinto di sposarsi alla ricerca di quell’abito che in fondo ogni donna ha sognato almeno una volta di indossare.

L’obiettivo (quello vero), naturalmente, non era l’acquisto, ma provare ad indossare abiti diversi da solito per sperimentare come ci si sente in un’altra vita, non meno vera di quella che quotidianamente scegliamo di reiterare.

Una vita non reale, appunto, ma non per questo non meno vera.

Perchè in fondo anche la vita con la quale ci siamo identificati altro non è che quella a cui ci siamo abituati, quella che abbiamo finito per credere più “nostra”, più “reale” delle altre infinite opzioni che abbiamo a disposizione.

Qualche volta fa bene cambiare, scardinare le regole, smuovere quella ruggine che incrosta la nostra routine. Fa bene, per smuovere le acque, fa bene anche per ricordarci che possiamo in ogni momento scegliere di cambiare cornice, di cambiare ruolo, di cambiare vita: nulla, ma proprio nulla ci trattiene dove siamo, se non la nostra “innata sedentarietà”. Nulla ci trattiene, se non la paura che farlo, che cambiare, sia troppo difficile per noi. Nulla ci trattiene, se non il piacere che proviamo stando dove siamo.

Per questo le incursioni nelle altre possibili vite, se ben gestite, ci aiutano a vivere meglio la nostra, a donarle nuova linfa, a non dare nulla per scontato.

Cambiare, qualche volta fa bene, per ricordarci che la vita è un gioco: sta a noi scegliere come giocare la nostra partita e come entrare nella nostra vita.

E, visto che il nostro inconscio non distingue tra realtà e finzione, anche una finta prova d’abito, può diventare il click che attiva il processo e che permette di tradurre la finzione stessa in realtà.

Perciò… stay tuned 😉

Valeria