La leggenda del munaciello ed altre astuzie napoletane

O munaciello: a chi arricchisce e a chi appezzentisce”

(Proverbio napoletano)

 

Si narra che in temi non troppo lontani, i munacielli – ovvero i pozzari che lavoravano nei cunicoli sotterranei di Napoli per garantire l’acqua nelle case – si aggirassero con un saio nero e facessero talvolta irruzione nelle case dei ricchi che non li pagavano sottraendo loro oggetti e gioielli come ricompensa.

Questi stessi pozzari, si preoccupavano poi di rimettere in circolo la merce lasciando quanto avevano preso come dono nelle case delle loro ricche amanti col risultato che i mariti accoglievano con gioia i munacielli (e i loro doni) senza sapere delle scappatelle delle consorti.

Grazie a questo escamotage, i munacielli giravano indisturbati, potevano pavoneggiarsi con le signore e i mariti si trovavano, sì, traditi, ma contenti per essersi arricchiti: una buona applicazione del modello “vinco io – vinci tu”!

Questa è solo una delle tante leggende di cui ogni città ed ogni cultura è ricca e girando per le vie di Napoli ne sto scoprendo di nuove ogni giorno.

Quello che mi colpisce è che questa “astuzia popolare” è un patrimonio che, al pari del dialetto, stiamo forse perdendo.

E’ la capacità di ridere un pò di più della vita, di sapersi destreggiare, di superare le difficoltà con l’ingegno, cavalcando la sventura invece che soccombere di fronte a ciò che non sappiamo vivere.

E’ ciò che i filosofi chiamano trasvalutazione: il saper trasformare le nostre difficoltà in orpelli, ornamenti, come fossero gioielli da sfoggiare con orgoglio e fierezza, valorizzandone il lato estetico, artistico.

Ed è proprio questo – la capacità di percepire diversamente la realtà e di trasformare il nostro modo di vivere i disagi – che ci rende creativi.

E, in effetti, i grandi di ogni epoca sono stati tali proprio perchè hanno rifiutato ogni tentativo di farsi rinchiudere in modelli di normalità che l’anima vive come fossero un abito troppo stretto.

Se la terapia è dunque la via della “normalità”, l’anima prende la direzione opposta: quella estetica.

Appena rientro dal viaggio nel quale la mia mente mi ha condotta con queste riflessioni, gli occhi si posano sullo striscione con cui gli stilisti Dolce&Gabbana hanno omaggiato la grande Sofia Loren:  grazie Napoli, dunque, per ispirare con la tua non-convenzianalità e il tuo essere città decisamente poco ordinaria, talenti, idee e scoperte!

A presto con le prossime tappe dell’estate on the road di FilosofiaAmica!

Valeria


da

Tag: