Viaggi filosofici tra metafore ed esperienza di vita

“La vera pace di Dio comincia in qualunque luogo
che sia mille miglia distante dalla terra più vicina”.
(Joseph Conrad)

 

 

Lontana dalla formalità delle aule di scuole e biblioteche o dallo studio di qualche consulente, la sessione filosofica ci vede oggi protagonisti in una location alquanto insolita: la barca a vela.

Fatte le dovute raccomandazioni, lo skipper si mette al timone, lasciando che il dialogo prenda vita.

E il tema – non poteva essere altrimenti – è strettamente connesso con l’esperienza.

Parliamo infatti di ancore e radici, ovvero, di quella situazione intrinsecamente umana che, come tanti Ulisse, ci vede divisi tra un sano desiderio di partire ed un impulso altrettanto forte di radicarci e di ritrovare, ovunque andiamo, un pò di ciò che appartiene alla nostra storia, alla cultura, alla tradizione, a ciò che in qualche modo ci è familiare e che ricorda la casa e i giorni d’infanzia.

La lettura del brano tratto dal testo di Baumann ci esorta a guardare le cose da un punto di vista forse poco consueto, ovvero, quello secondo cui le radici sono elemento fisso da cui staturirà qualcosa di prevedibile (nessun seme darà mai vita a un frutto diverso da quello contenuto in potenza nel seme stesso), mentre le ànncore sono quelle che noi scegliamo di gettare e che possono tenerci a terra per un tempo indefinito.

Mi piace questa prospettiva, mi piace sentirmi parte di una storia e, insieme, libera di portare me stessa e le mie origini nei luoghi che visito o abito. E questa doppia dimensione di viaggio e di staticità rispecchia esattamente l’esperienza degli ultimi anni.

La situazione di stabilità, l’attaccamento alla casa, alle abitudini, ai sogni e ai progetti che mi accompagnano da sempre, si affianca oggi, giorno dopo giorno, alla scoperta che esistono infiniti altri modi di vivere, infiniti mondi da esplorare, infinite possibilità di vivere la vita.

Come in ogni reale esperienza di incontro, l’accostarsi a qualcosa di diverso, porta con sè la possibilità di cambiare, di modificare il proprio punto di partenza, le proprie idee.

Per poi ritrovarsi come Cartesio quando, nel silenzio della sua stanza, decise di prendersi del tempo per mettere in discussione tutto ciò che fino a quel momento aveva considerato certo.

E’ anche questo ciò che accade nelle sessioni filosofiche di gruppo e individuali: si mette a disposizione dell’altro (il gruppo e/o il consulente stesso) il proprio mondo, fatto di punti fermi, dubbi, esperienze, sogni, paure, aspettative e ci si interroga su esse.

Si mette in gioco la propria persona, consapevoli che perdersi è parte del piacere del conoscersi più a fondo e osservarsi senza pregiudizi nè timore di vederci per ciò che siamo.

Anche perchè, potremmo stupirci di piacere a noi stessi più di quanto avremmo immaginato!

Se anche tu vuoi vivere l’esperienza della consulenza filosofica individuale, contattami.

E non perderti l’appuntamento con il workshop filo-fotografico del 22 e 23 settembre durante il quale potrai fare l’esperienza diretta del giocare con il proprio “io” e scoprirsi attraverso l’obiettivo della macchina fotografica.

Info e iscrizioni: Valeria