Pensare insieme: esperienze di comunità di ricerca a scuola

“Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo”.
(Mahatma Gandhi)

 

Incerti se collocare Gandhi tra gli attori o tra i cantanti, i piccoli filosofi dell’I.C. di Zanica (Bg) sfoggiano con orgoglio le citazioni sul cambiamento che ho chiesto loro di portare per il secondo laboratorio di Philosophy For Children.

Il punto di partenza sono proprio le parole dei grandi che ci offrono lo spunto per mettere in campo tanto la logica quanto la creatività.

La prima richiesta che faccio alla Comunità di Ricerca, infatti, è trovare almeno cinque buone ragioni a sostegno della citazione sulla quale ogni gruppo sta lavorando.

Ininfluente, in questa fase, il pensiero personale: come in una vera e propria disputatio, infatti, si tratta di sviluppare la capacità di argomentare o, come ripeto spesso all’inizio del laboratorio, di fornire buone ragioni, giustificando le proprie affermazioni.

Solo in un secondo momento ci soffermiamo sui contenuti e individuiamo, per ciascuna frase, la parola chiave che meglio la sintetizza, coltivando, così, la capacità di concettualizzare.

Al termine di questo processo analitico invito invece i ragazzi a mettere in gioco il proprio pensiero e a condividere esperienze, saperi e intuizioni.

Emergono così diverse piste di ricerca e diverse idee di cambiamento che chiamano in causa la responsabilità personale, la scelta e l’azione orientata in senso teleologico.

Interessante, a questo proposito, la riflessione proposta dal piccolo Giovanni sul fatto che ciò che il cambiamento non riguardi solo il risultato prodotto, ma il processo stesso: un’osservazione acuta, che lascia piacevolmente stupite tanto me quanto le insegnanti che, silenziose ma attente, seguono con interesse tanto le piste di indagine aperte dalla CdR quanto le dinamiche relazionali che si attivano quando si pensa insieme e si co-costruisce il sapere.

Riprendo quindi l’ultima suggestione emersa, ossia che il mondo sarebbe un posto migliore se imparassimo ad apprezzare ciò che abbiamo, per chiedere ad ogni alunno di identificare e condividere un motivo per cui è grato e riscontro con piacere che, dopo un solo incontro, il clima è così sereno da rendere naturale mettere a disposizione degli altri frammenti, ricordi ed emozioni.

Con entusiasmo e gratitudine per ogni lavoro che si possa definire un “buon lavoro“, saluto quindi i ragazzi e dò loro appuntamento alla prossima settimana.

Per info sui laboratori di filosofia e i corsi di formazione per insegnanti, educatori, filosofi: Valeria