Inizia con questa domanda la sessione filosofica nelle classi 5^ dell’I.C. di Osio Sotto.
Questa settimana ci confrontiamo dunque con un tema di attualità: buona parte dei bambini ha sentito la notizia al Tg e qualcuno ne ha già discusso in casa.
Impossibile, per altri, non identificarsi con quanti quotidianamente lasciano la propria Terra alla ricerca di un futuro migliore: segno dei tempi e di una scuola in cui l’incontro con la diversità è opportunità e limite quotidiano.
Il laboratorio inizia con un video e con la richiesta di indicare 5 buone ragioni a favore della costruzione del muro e 5 motivazioni che supportino la tesi opposta. Lo sdegno della classe davanti alla proposta di Trump mi rassicura e mi rallegra, ma cerco di mantenere la solita imparzialità e li invito a riflettere sulla fondatezza delle motivazioni che hanno trovato invece che difendere a spada tratta la propria idea.
In questo modo, infatti, impariamo a decentrarci e ad ampliare il nostro punto di vista, spesso sorprendendoci del fatto che sì, a volte cambiare idea è bello!
Il bisogno di sicurezza e la volontà di preservare le proprie origini sono solo alcune delle ragioni individuate. Altre, di natura fortemente pragmatica, sottolineano che i soldi risparmiati potrebbero essere utilizzati per finanziare ben altri progetti, ma non manca chi coglie nel muro una possibile soluzione temporanea per evitare lo scontro, proprio come accade quando si litiga col compagno e, di comune accordo, si decide che per qualche giorno sia meglio mantenere le distanze evitando, così, di peggiorare le cose.
Chissà se il “buon Trump” sia stato mosso da tale acume? 😉
Alla fine della sessione, dopo più di un’ora di acceso confronto, tutti riconoscono la profondità del lavoro svolto insieme e qualcuno lo sottolinea dicendomi che, per la prima volta, oggi si sentiva davvero confuso! Lungi dal viverla come una critica, colgo invece nelle sue parole un segno di fiducia e di libertà, quella di potersi esprimere senza riserve, purchè ciò che si dice sia fondato ed argomentato.
Ci salutiamo quindi con le immagini del Messico che scorrono sullo schermo: voglio che i bambini abbiano un assaggio della bellezza dei luoghi che ho avuto la fortuna di visitare solo pochi mesi fa e che possano ricordare, anche grazie a questa sessione, che l’incontro con l’alterità è il primo passo per imparare a conoscere se stessi.
Grazie, dunque, per questo stimolante percorso!
Con affetto,
Valeria