“Un libro è un giardino che puoi custodire in tasca”.
(Proverbio arabo)
Quella che avviene tra il famoso medico Josef Bruner e il filosofo – non ancora conosciuto – Friederich Nietzsche è una immaginaria seppur del tutto plausibile forma di consulenza filosofica.
Convinto dall’affascinante Lou Salomè a prendersi cura della cagionevole salute fisica e mentale del Professor Nietzsche, il Dott. Breuer si troverà egli stesso e a beneficiare delle osservazioni, dei consigli e delle provocazioni di uno dei più eminenti filosofi di tutti i tempi.
Lasciando che il dialogo diventi sempre più schietto e sincero e che le difese che naturalmente ci portano a proteggerci quando ci relazioniamo con l’altro su temi che maggiormente ci stano a cuore e che ci vedono fragili o impotenti, il medico viennese troverà nella filosofia nieztschiana un’affascinante alternativa alla sua visione della realtà che lo costringerà a rimettersi in gioco, a valutare con franchezza le scelte passate e la sua vita attuale e a chiedersi se avrà il coraggio di apportare quei cambiamenti che gli consentiranno di sentirsi appagato.
Soprattutto, ciò che emerge di pagina in pagina, è che l’urgenza di risolvere problemi o trovare soluzioni da cui è mosso il Dott. Breuer, non trova in Nietzsche un appiglio.
Al contrario, il filosofo sprona il medico a cambiare punto di vista e a fare del proprio disagio, del proprio dolore un punto di forza, riconoscendolo come occasione per farsi carico della vita nella sua interezza.
E questo è ciò che nella consulenza filosofica prende il nome di trasvalutazione.
I temi di cui discorrono sono i più vari: dalla crisi matrimoniale alla disperazione, dalla mancanza di prospettive per il futuro al tradimento verso se stessi, verso gli altri e verso l’amore.
Nel suo affascinante romanzo, dunque Yalom riesce ancora una volta a condurre il lettore nel mondo della filosofia, delineando con chiarezza i confini tra la consulenza filosofica e la psicoterapia.
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