Le donne, il cibo eD io

Scarica il Programma I FiL Good: abitare il proprio corpo

Tratto dal libro di Geneen Roth “Le donne, il cibo eD io. Come far pace con il proprio corpo e farla finita con le diete una volta per tutte”.

le-donne-il-cibo-ed-io_43190

<< Quella che segue è una lettera che ho scritto a Nessuno di Particolare che vuole diventare Qualcuno di Speciale e durante il percorso si sta creando un problema.

“Mi pare che tu abbia scelto una carriera e quindi questo percorso professionale. Riesci ad accettarlo? Non con un senso di rassegnazione sin intende il verbo accettare. Non con vittimismo – Povera me, non mi rimane che accettare la situazione – bensì come la disponibilità a non considerare più i tuoi compiti attuali come un semplice mezzo, abitando invece la scelta che tu stessa hai compiuto. E se si trattasse proprio di quello che devi fare perchè lo stai facendo? E se ogni tedioso lavoretto fosse perfetto in sè e per sè e tu continuassi a non accettare perchè cerchi altro?

Come quando lavi i piatti. Se vuoi sbrigare in fretta l’incombenza affinchè la cucina sia in ordine, ti perdi tutto ciò che accade fra le stoviglie sporche e le stoviglie pulite. Perdi la vita della zona di mezzo, fra l’ora e il dopo. E quando perdi questi momenti perchè preferisci dedicarti ad altro, perdi brandelli della tua vita. Momenti andati, che non riavrai più. Anche se diventi Qualcuno come dicono gli altri, se davvero sei arrivata dove volevi arrivare, non è detto che la tua vita sarà migliore, se nel frattempo non avrai imparato a restare sveglia e viva qui ed ora, ad accettare il tuo presente per quel che è. E’ facile essere infelice anche se si è diventate Qualcuno di Speciale. Perchè anche da Speciale dovrai vivere dentro la tua pelle e affrontare la noia, il rifiuto, la solitudine, la delusione. Anche Qualcuno di speciale la sera torna a casa e fa quello che fanno i Signor nessuno: si addormenta da solo. Dovresti imparare a prestarti attenzione adesso. Ad abitare la vita che ti sei scelta. A prendere possesso di ogni centimetro della tua pelle, dello spazio occupato da questo corpo. E’ il tuo posto, soltanto tuo.

La scrittrice Annie Dillard dice:. Chiediti con onestà e rigore, come vuoi trascorrere le tue giornate. Visto che dovrai comunque leggere i documenti dello studio, perchè non acquisire consapevolezza del respiro e del ticchettio dell’orologio mentre lo fai?

Qualsiasi cosa offra la realtà del tuo quotidiano è sicuramente preferibile all’infelicità che ti auto-infliggi con le storie che racconti a te stessa. E’ sicuramente preferibile alle abbuffate notturne e alla spirale dell’odio e delle promesse non mantenute.

Torna. interrompi lo stato di trance. presta attenzione al tuo respiro. Alle braccia. Alle gambe. Ascolta i suoni. Il cigolio della sedia sul pavimento. Il ronzio della fotocopiatrice. Nota i colori. Il blu cobalto dell’abito di una collega. Le macchie di caffè sulla cravatta del capo. Risvegliati al fermento vitale che sempre ti circonda. L’attrice Pearl Bailey ha detto:. E se ciò di cui hai bisogno fosse proprio davanti a te e tu non lo riconoscessi?

Disponi già di tutto quanto ti serve per essere contenta. Il lavoro nello studio ti impone una scala gerarchica, ma il tuo compito più vero è di fare tutto il necessario per essere contenta. poi non importa più se sei Qualcuno di speciale o Nessuno in particolare perchè sarai pienamente viva in ogni momento, il che, immagino, è proprio quello che chiedi al fatto di essere nel posto giusto per diventare Qualcuno.

O al fatto di essere magra.>>


Pubblicato

in

, ,

da