La Maha Kumbha Mela è il raduno mistico più importante dell’India, si svolge ogni tre anni a rotazione in quattro città: Haridwar, Ujjain, Nasik e Allahabad.
Kumbha significa “brocca, recipiente”, mentre Mela significa “festa”. Secondo la versione più accreditata la festa celebra la vittoria finale degli dei sui demoni ed è uno dei momenti più sacri e gioiosi dell’induismo.
Il periodo in cui celebrare la Kunbha Mela viene stabilito dagli astrologi, per i quali la cerimonia sacra deve avere luogo solo quando Giove entra in Acquario e il sole entra in Ariete.
In questo periodo, infatti, l’acqua del Gange sarebbe caricata da positive radiazioni del sole, della luna e del pianeta Giove. Per questo l’acqua sarebbe capace di guarire qualsiasi malattia. La leggenda narra che chiunque si bagni, con atteggiamento profondamente devozionale, nelle acque del Gange durante una Kumbha Mela possa lavare dalla propria anima tutti i residui del proprio Karma e liberarsi dal ciclo delle morti e rinascite.
Alla Kumbha Mela partecipano numerosissimo asceti e maestri religiosi. I primi a fare il bagno nell’ora di buon auspicio sono tradizionalmente gli asceti nudi (in hindi: Naga Baba o Naga Sadhu).
La storia
Il Kumbha Mela è di origine antichissima: nel 302 a.C. lo storico greco Megastene racconta il suo soggiorno di 72 giorni alla Kumbha Mela di Prayaga, dove parteciparono due milioni e mezzo di persone. Poi nel VII secolo l’imperatore Harsha invitò al Kumbha Mela il viaggiatore cinese Hieun Tsang; ma questa festa venne descritta anche da Mark Twain (1895) nel suo More Tramps Abroad, dove racconta delle moltitudini impolverate che camminano sotto il sole con grande passione e determinazione per recarsi all’appuntamento spirituale, dei “fachiri”, degli asceti dediti a vari tipi di penitenze e austerità, e della processione di Yogi nudi (Naga Baba) che costituiscono il gruppo di pellegrini più rispettato e temuto.
Sulle rive del Gange vengono tuttora allestiti accampamenti per ospitare pellegrini provenienti da ogni parte dell’India (e del mondo). La festa richiede un immenso sforzo organizzativi, a cui contribuisce il governo indiano. Occorre, infatti, provvedere a quantitativi enormi di acqua potabile, a energia elettrica, mezzi di trasporto, addetti alle pulizie, medici, ecc..
Il Mito
Al momento della creazione dell’universo, gli déi e i dèmoni non avevano il dono dell’immortalità e come gli animali e le piante erano costretti a invecchiare e morire. Stanchi di questa condizione, un giorno di un tempo senza tempo, gli déi si riunirono sul monte Méru, la montagna cosmica, l’asse del mondo, e decisero che era necessario trovare il nettare dell’immortalità, l’amrita Il dìo Brahma, il creatore dell’universo, disse loro che se avessero rimescolato con forza l’oceano l’amrita ne sarebbe scaturita copiosa.
Gli dèi decisero di cimentarsi nell’impresa ma ben presto la trovarono assai difficile. Essi chiesero allora l’aiuto dei dèmoni, promettendo che avrebbero diviso con loro il prezioso nettare.
Il monte Mandara, anche identificato con Il mitologico monte Meru, la montagna cosmica, l’asse del mondo, venne usato come cucchiaio per rimescolare l’oceano e il mitologico serpente Vasuki offrì il porprio corpo come corda per legare e muovere la montagna. Finalmente il processo di rimescolamento ebbe inizio e proseguì per mille anni.
Nel corso dei mille anni molte creature mitologiche comparvero dall’oceano, inclusa Laksmi, la dèa della bellezza, della salute e della prosperità, Sura il dìo del vino, Chandra, la dèa della luna, le Aspara, o ninfe celesti, Kaustabha, la preziosa gemma di Vishnu, Uchchaishravas, il cavallo divino, Dhanvantri, Nimi e Bharadwaj, ovvero maghi e guaritori.
Insieme ai guaritori uscì Amrita che venne immediatamente catturata dagli dèi che si diedero alla fuga.
I dèmoni, sentendosi imbrogliati dagli dèi, presero a inseguirli. Si scatenò una battaglia tra dèi e dèmoni che durò per 12 giorni e 12 notti. Nell’intento di non far cadere il prezioso nettare dell’immortalità nelle mani dei dèmoni, i semidèi lo nascosero in 4 posti della terra in corrispondenza di alcuni fiumi: il Godavari nella località di Nasik lo Shipra a Ujjain, il Gange ad Haridwar e il sangam (la confluenza dei tre fiumi sacri) ad Allahabad.