Il mondo come manifestazione

La verità non è venuta  nuda in questo mondo. ma sotto forma di simboli ed immagini. (Vangelo di Filippo)

Ed arriva un momento in cui ti accorgi che stai facendo tutto al contrario. Stai semplicemente procedendo al contrario. Ed accade perchè parti dal presupposto sbagliato.

Stai considerando, ancora una volta – le abitudini sono davvero dure a morire – la realtà esterna come qualcosa di indipendente da te invece che come tua manifestazione.

Se ciò che mi circonda, le persone che incontro, i luoghi in cui abito, le esperienze che vivo, altro non sono che una mia manifestazione, allora posso cavalcare la corrente, posso perfezionare l’arte, posso scolpire ancor più nitidamente i dettagli dentro di me, predisponendo tutto il mio essere a “partorire” delle immagini così belle che possano lasciarmi stupita e incantata.

Perchè la manifestazione supera le aspettative migliori. E la realtà porta con sè un valore aggiunto che le più accurate visualizzazioni non contengono.

Quel “di più” è il segno che non sei solo, che sei connesso, che qualcosa o qualcuno è sempre accanto a te e ti sostiene nel percorso. Il “quid” è la magia, quella che lascia senza fiato. Quella che ti fa sentire a tal punto amato da far sembrare la vita sempre e comunque una meravigliosa avventura.

Quel quid è l’energia che senti fiorire dentro e che si esprime sotto forma di creatività, di bellezza, di gioia.

E’ l’amore che l’Universo nutre per te e che tu ti legittimi a ricevere e a cui permetti di attraversarti, come se il tuo corpo fosse un canale. E’ ciò che fa scattare dentro di te un “click” che ti dà la chiara visione della realtà, libera dai condizionamenti della mente razionale che ancora ci immagina distinti e separati dal tutto.

Quel quid è una visione, un’immagine, un’intuizione, qualcosa di cui si può fare esperienza, ma che difficilmente è possibile raccontare, se non sotto forma di metafore, se non attraverso suggestioni. E’ qualcosa che, per essere compreso, deve essere vissuto, non lo si può spiegare.

Ci arriveremo tutti. Tutti ne avremo una comprensione sempre più profonda. Tutti, prima o poi, ripuliremo i filtri che appannano la nostra vista.

Perchè il risveglio è una meta collettiva. Ed è come una buona notizia: non ha senso tenerla per sè.