“Un giorno le macchine riusciranno a risolvere tutti i problemi, ma mai nessuna di esse potrà porne uno”.
(Albert Einstein)
La sessione di quest’oggi si apre con un bel triangolo viola disegnato alla lavagna.
Accanto, un elenco di 8 parole tra cui i bambini dovranno scegliere e che, successivamente, saranno chiamati a disporre in ordine di importanza.
Verità, fiducia, amore, amicizia, giustizia, sincerità, rispetto e libertà sono i termini da cui partiamo e che, di comune accordo, chiamiamo “valori“.
Dopo questa prima parte di lavoro, ci ritroviamo con 5 piramidi appese alla lavagna, ognuna delle quali rivela le priorità definite dal gruppo: due hanno al vertice il rispetto, una l’amore, una la sincerità e una l’amicizia.
Il dialogo prende vita quando un alunno chiede come mai siano state poste sia verità che sincerità, dal momento che, dice, sono sinonimi.
Partendo da questa affermazione, suggerisco di iniziare a definire il significato di questi due termini: la sessione si anima e i bambini propongono esempi per confermare o confutare la sovrapposizione di significati.
Piano piano, sulla lavagna compaiono parole chiave come realtà ed esistenza, che ci permettono di individuare un’accezione del termine verità che non si può ridurre alla sincerità.
A quel punto sposto l’attenzione sui soggetti delle frasi riportate in agenda e chiedo se il termine verità possa riferirsi sia a cose che a persone. La risposta è affermativa e questo mi permette di provocarli, chiedendo loro se anche di un oggetto si possa dire che sia sincero.
In breve tempo, ci troviamo ad immaginare l’esistenza di robot che possano scegliere se dire la verità o mentire (e non soltanto perchè è programmato per farlo, ma perchè possiede la facoltà di decidere) e ci muoviamo nelle analogie tra l’intelligenza umana e quella artificiale.
Stupendomi della piega de dialogo, chiudo la sessione – e questo ciclo di incontri filosofici ad Almenno San Bartolomeo (Bg) – chiedendomi se il prossimo anno sarò ancora io a facilitare i laboratori di Philosophy For Children o se, al posto mio, gli alunni troveranno un robot che li conduca alla scoperta dei circuiti del pensiero.
Con la speranza che la filosofia conservi sempre il suo carattere umano, ringrazio i piccoli filosofi e le Insegnanti che da anni, ormai, apprezzano e appoggiano l’ingresso della filosofia tra i banchi della Scuola Primaria.
Con affetto,
Valeria
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