“Il fascino è arbitrario: la bellezza è qualche cosa di più reale e di più indipendente dal gusto e dall’opinione”.
(Jean de La Bruyère)
Pochi secoondi per accertarci che la connessione sia stabile e la nostra prima consulenza ha inizio.
Giuseppe* non ha un tema specifico su cui lavorare nè una questione esistenziale che lo assilla (beato lui!). E’ più che altro curioso di ricevere una mia proposta di pratica, per tenere viva la scintilla della ricerca filosofica e allenare la mente, sottoponenedola ad un vero e proprio training simile a quello degli allenamenti in palestra.
Inizio, quindi, con la stessa notizia che ho condiviso al corso di formazione in Philosophy For Children solo pochi giorni fa.
E chiedo al mio interlocutore di decentrarsi, di sospendere il giudizio, di mettere tra parentesi il proprio punto di vista e individuare almeno tre buone ragioni a sostegno e tre buone ragioni contro la tesi (effettivamente provocatori) dello scrittore francese Yann Moix.
Una volta estrapolata da ciascuna affermazione la parola chiave (il concetto) che meglio la caratterizza, ne scegliamo una e formuliamo tre domande a partire da essa: una di comprensione – per esplicitare il significato dei termini ambigui – una di riflessione – che possa aprire al dialogo e al confronto tra diversi punti di vista – ed una di problematizzazione – che sia in grado di mettere in discussione la tesi di partenza.
E’ proprio questa ultima domanda ad incuriosire particolarmente Giuseppe, poichè, spiega, conduce ad un tema che desidera approfondire: quello del fascino.
Il dialogo filosofico che segue a questa fase introduttiva, verte dunque sull’individuazione delle caratteristiche che le persone affascinanti possiedono e sulla possibilità o meno di “diventare” affascinanti.
Emerge a questo punto il concetto di phronesis introdotto da Aristoltele, in quanto, secondo il consultante, il fascino è un sapeinte mix di naturalezza e intelligenza in cui la capacità di valutare il contesto, la persona che hai davanti e le tue potenzialità determinano lapossibilità di far breccia sulla persona o sul pubblico che hai davanti.
Phronesis, quindi, come saggezza pratica che permette di agire in modo corretto (ed efficace) tenendo conto delle circostanze.
Ecco quindi il passaggio dal piano dell’esperienza e dell’opinione a quello in cui si invidivua il tema filosofico o il concetto centrale che ci ancora alla tradizione e ci permette di “farla nostra“, e di calarla nel vissuto.
Lascio a Giuseppe il tempo per riordinare le idee e per mettere a fuoco i diversi aspetti toccati, invitandolo, poi, a prendersi un momento, prima del prossimo incontro, e a scrivere una decina di righe nelle quali esplicita ciò che lui trova affascinante nelle cose e nelle persone.
Come nei laboratori di P4C, anche in questa sessione individuale, chiudiamo con un gesto che ci riconsegna al mondo: forse cambiati, forse alleggeriti, sicuramente arricchiti da uno scambio che è stimolante tanto per il consultante quanto per il consulente.
Per prenotare la tua sessione filosofica individuale, contattami.
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E se vuoi fare una breve esperienza di consulenza filosofica e conoscere me e David Sumiacher, direttore del Centro di pratiche filosofiche di Città del Messico, non perdere l’appuntamento del 23 febbraio! Leggi tutto…
Info ed iscrizioni: Valeria
Buon week end,
Valeria
*il nome è stato alterato per motivi di privacy