Con questo articolo condivido l’esito di alcuni “esperimenti cognitivo/gastronomici” che mi sono mi sono divertita a fare nelle ultime settimane.
Ho giocato con il cibo ed ho osservato l’effetto che la mia dieta ha avuto sui miei pensieri e sul modo di leggere gli eventi.
L’ALIMENTAZIONE VEGETARIANA, molto leggera, con tanta frutta e verdura, pochi zuccheri e carboidrati, praticamente priva di glutine, mi ha fatta sentire decisamente piena di energia: spesso avevo l’impressione che bastasse davvero poco cibo per far funzionare il corpo, quasi che si potesse vivere (e fare tutte le comuni attività) praticamente senza cibo.
Avvertivo esattamente il lavoro che il corpo doveva fare per smaltire i cibi più pesanti e spesso li evitavo proprio per preservare quella sensazione di benessere.
Tuttavia, escludere il cibo è diventata un pò una metafora dell’escludere la vita:
Togliendo sono stata molto bene, ma ho anche in parte perso la mia capacità di relazionarmi alla vita, mi sono un pò chiusa. Ogni evento, infatti, aveva un impatto molto molto forte su di me a livello fisico, emotivo, intellettivo, come se fosse tutto amplificato: dovevo prendere il cibo (e gli eventi della vita) a piccole dosi per non esserne destabilizzata in modo eccessivo.
Questo tipo di alimentazione mi ha permesso di avere la “chiara visione” delle cose, di vedere come si evolveranno gli eventi e le relazioni.
E’ molto affascinante, ma è anche come viaggiare ad una velocità diversa (più rapida) rispetto a quella delle persone che ti circondano ed è come se, mentre accade ciò che tu avevi “visto”, tu sia già oltre. Questo ha fatto sì che spesso non riuscissi davvero a godermi il presente e ad essere felice per i piccoli traguardi intermedi.
Nell’ambito delle RELAZIONI, poi, ho dovuto imparare a conciliare “l’intuizione del futuro” con il rispetto della volontà e dei tempi dell’altra persona: per dirla altrimenti, ho dovuto mordermi la lingua e lasciare che l’altra persona vedesse da sè, step by step, ciò che io intuivo.
L’ alimentazione veg mi ha anche permesso di osservare molto minuziosamente me stessa e di vedere molti dei miei lati in OMBRA.
Ho riconosciuto, per esempio, che sono io stessa, dopo un certo numero di giorni in cui le cose fluiscono, a piazzare strategicamente un ostacolo o un boicottaggio inconscio, come se avessi una soglia del benessere tendenzialmente bassa, ho “visto” che spesso ho letteralmente bisogno di creare un problema per dare alla mente qualcosa da fare per risolverlo, ho intuito la mia difficoltà nell’uscire da certi ruoli per interpretarne di nuovi, ho osservato la tendenza ad entrare ed uscire dalle cose (le relazioni, i lavori, la vita che ho scelto), come se avessi bisogno di mettere i miei paletti e dettare le mie condizioni prima di lasciarmi andare.
Ho anche constatato di essere a volte poco fluida e di avere una mente abituata a focalizzarsi sui problemi invece che sulle opportunità, cosa su cui ho potuto per fortuna intervenire con risultati immediati e sorprendenti.
Già, perchè un vantaggio dell’alimentazione veg è stato quello di manifestare ciò che visualizzi ad una velocità record!
Osservarmi con questi “occhiali” è stato utile, anche se a volte poco piacevole. Inizi a guardarti in modo molto più disincantato, ti guardi per ciò che sei e inizi a realizzare che gli altri non vedono i tuoi “difetti” non perchè tu non li abbia, ma perchè i filtri attraverso cui ti osservano sono più offuscati dei tuoi.
Non puoi non chiederti: “Caspita, ma sono davvero così?”. Più ti conosci, insomma, più ti verrebbe voglia di fuggire da ciò che sei, eppure sai che è questo il presupposto per attivare il cambiamento. Come scrisse Nietzsche:
“Bisogna amare se stessi, questa è la mia dottrina, di un amore sano e salutare, tanto da rimanere presso se stessi senza sentire il desiderio di andare vagando in giro”.
La CARNE ha invece risvegliato un certo senso combattivo, il bisogno e la capacità di difendere i miei spazi (incredibile quanto lo abbia percepito con chiarezza) e, devo dire, sarà un’alimentazione poco yogica, ma a me ogni tanto serve per risvegliare un pò l‘anima guerriera… sempre con la consapevolezza che, ripulendomi, forse non si creerebbero nemmeno le circostanze per cui avere bisogno di questo tipo di energia.
Gli ZUCCHERI hanno poi lo splendido potere di annebbiare la mente: dopo un periodo in cui li ho molto ridotti, assumerli ha avuto l’effetto “peace & love“: la vita è bella, vogliamoci bene! Osservarlo è stato divertente!!
E i CARBOIDRATI mi hanno restituito i ricordi d’infanzia: bellissimo! Mi sentivo esattamente come quando ero piccola: come avvolta in una bolla in cui ero protetta, al sicuro, non c’era nulla a cui dovessi pensare e tutto andava bene esattamente così come era.
Erano spariti i problemi, letteralmente: non li “vedevo” e, di conseguenza, avevano smesso di esistere in quanto tali.
E allora la voglia di mangiare in una sera cioccolato, biscotti e pane non era dovuto alla fine di una storia, ma alla golosità. Per certi versi, è meraviglioso vivere nella totale inconsapevolezza è tutto così semplice!
Questi ultimi mesi mi hanno vista nei panni di detective: cambiava il cibo, cambiava la percezione degli eventi. In tutto questo è restato il testimone consapevole, che osserva e registra tutto ciò che accade da una prospettiva imparziale e distaccata.
Da filosofa non posso che meravigliarmi di quanto quelli che crediamo “nostri pensieri” non siano altro che frequenze sulle quali ti connetti e di come la storia che ti racconti su di te, su chi sei, sulla vita, dipenda dal grado di consapevolezza con cui osservi.
Non c’è, forse, una storia più vera dell’altra, ci sono solo letture che scavano più o meno in profondità.
Questa esperienza mi ha insegnato che non sempre la consapevolezza è funzionale, a volte, anzi, è paralizzante.
E’ molto utile, invece, osservare la stessa cosa da prospettive diverse, per averne un quadro più completo e anche per scegliere, di volta in volta, a quale tra le tante letture possibili dar credito: a volte, insomma, un pò di inconsapevolezza è funzionale per stare meglio nel mondo.
Ora vado a mangiare: che cosa non l’ho ancora deciso 😉
Valeria