Consulenza filosofica e mindful eating: due vie per esplorare la relazione col cibo

“La passione non è cieca, è visionaria”.
(Stendhal)

 

“La sofferenza non è la via verso la felicità. Quella cosa chiamata passione ha bisogno di essere compresa e non certo repressa o sublimata, e non è neanche positivo cercare di trovare una sostituzione. Qualsiasi cosa possiate fare, qualsiasi espediente possiate inventarvi, non potrà fare altro che rafforzare ciò che non è stato amato e compreso. Amare ciò che noi chiamiamo passione significa comprenderla; perché amare significa essere in comunione diretta e non puoi amare qualcosa se la offendi, se te ne fai delle idee preconcette, se arrivi a conclusioni arbitrarie. Avete fatto un voto contro la passione: come potrete allora amarla e comprenderla? Un voto è una forma di resistenza e ciò a cui cercate di resistere alla fine vi conquisterà; ma la verità non è da conquistare, non puoi aggredirla; scivolerà dalle tue mani se tenterai di afferrarla. La verità giunge in silenzio, senza che tu te ne accorga. Ciò che conosci non è la verità, è solo un’idea, un simbolo: l’ombra non è il reale.

Il nostro problema è cercare di capirci e non distruggerci”.

(Krishnamurti, Liberarsi dai condizionamenti)

Quando la relazione con il cibo diventa conflittuale, può essere difficile fare chiarezza sui sentimenti, i pensieri e le pulsioni che proviamo: un tumulto di idee spesso opposte tra loro fanno capo nella mente e condizionano la capacità di scegliere con serenità, di ascoltare il corpo, di stare in equilibrio tra il desiderio di un certo tipo di cibo (o di una certa  quantità di cibo) e la tensione, altrettanto forte ed altrettanto potenzialmente distruttiva, verso l’assenza di nutrimento.

Attraverso il mindful eating riportiamo l’attenzione sulle sensazioni fisiche del corpo, che ci guidano nei momenti in cui la mente fatica a distinguere tra fame e sazietà, tra ricerca e rifiuto di cibo.

Stare nel corpo e col corpo significa, in fondo, stare con noi stessi, tornare ad amarci, a prenderci cura di noi, equlibrare corpo, mente e anima. Stare con il corpo significa tornare a dialogare con ciò che c’è, qui ed ora, momento dopo momento, liberandoci dalle idee e dai pensieri che affollano la mente e che creano confusione, frustrazione, dispersione, senso di sconfitta e sfiducia.

Il mindful eating è una forma di attenzione consapevole applicata al momento del pasto che può ristabilire l’armonia dentro e fuori di noi, conducendo verso scelte più consapevoli e amorevoli.

Anche la pratica filosofica permette di indagare, esplorare, osservare con lucidità i diversi aspetti connessi con l’alimentazione. Definire o ri-definire i concetti di nutrimento, regole, piacere, passione, volontà, controllo e molti altri, permette di ampliare la propria prospettiva sull’argomento e di aprire, noi stessi, a una gamma di scelte che spesso la mente, imbrigliata nelle sue catene e sottoposta ad un livello di stress molto elevato, non riesce a contemplare.

Entrambe le pratiche, quindi, con modalità distinte e complementari, permettono di avvicinari – in punta di piedi oppure di petto – al tema che tanto attra e al tempo stesso respinge chi ha col cibo e col corpo una relazione difficile.

Nel rispetto dei tempi e dei modi di ciascuno, entrambe le pratiche aprono porte e tracciano percorsi che portano a ridefinire le idee preconcette e, nel tempo, incoraggiano la trasformazione.

Nel corso degli incontri di gruppo e delle sedute individuali, inoltre, vengono offerti strumenti pratici e proposti esercizi per mettere da subito in atto l’attenzione mindful e aintrodurre grandi e piccoli cambiamenti.

Per prenotare una consulenza individuale di mindful eating: contattami.

Dal 1 ottobre: MB-Eat – 10 incontri on line per vivere al meglio la relazione col cibo.