Ti sei mai chiesto cosa sia la saggezza?
Hai mai provato a darne una definizione precisa che sia frutto della tua, personale, esperienza e non un concetto astratto preso dai manuali di filosofia o dal dizionario?
Noi lo abbiamo fatto.
E’ con questa domanda, infatti, che si apre il laboratorio filosofico con gli alunni della classe 5^ di Osio Sotto (Bg).
Ritrovarli per il terzo anno consecutivo è un piacere: le basi che abbiamo posto gli anni precedenti permettono loro di ascoltarsi e saper aspettare il proprio turno di parola prima di intervenire senza difficoltà.
E gli stimoli che, di volta in volta, aprono i nostri incontri, diventano il punto di partenza per una riflessione che si può definire a tutti gli effetti filosofica per la modalità con cui è condotta e per i contenuti che vengono presi in considerazione.
Contenuti che nascono dalle proposte stesse dei ragazzi, a testimonianza del fatto che interrogarsi, porsi domande su se stessi e sul senso della vita è prerogativa di chiunque. E le proposte che arrivano dai bambini (si inizia a filosofare sin dalla scuola dell’infanzia) sanno continuamente stupire per la profondità e la puntualità con cui vengono condivise nel gruppo.
O meglio, nella comunità di ricerca filosofica a cui, settimana dopo settimana, diamo vita.
Ecco perchè, con un leggero stupore che sempre mi accompagna nell’accogliere i loro interventi, non sono del tutto sorpresa quando un alunno mi dice che la saggezza è “quella qualità che ci permette di controllare la mente”.
E allora, una volta che il dialogo è entrato nel vivo, li invito a riflettere sul fatto che, all’interno della classe, si stiano delineando due posizioni opposte: se per alcuni, infatti, la saggezza è qua dote che appartiene a chiunque, per altri, invece, appartiene solo a pochi. E costoro dovrebbero essere le persone che, con un elevato senso di responsabilità civica, occupano posizioni di rilievo nella società, ovvero, coloro che governano.
Noto con piacere che i miei piccoli filosofi abbracciano la posizione platonica tanto ben espressa ne La Repubblica!
E proprio su questa diversità di vedute – sempre feconda al riflettere e al mettere criticamente in gioco le proprie idee – lascio loro un esercizio per la settimana che propongo anche a voi lettori.
Chiedo quindi di scrivere 5 buone ragioni a sostegno della tesi secondo cui la saggezza appartiene a tutti e 5 buone ragioni a sostegno della tesi opposta, ovvero, che la saggezza appartenga a pochi.
Obiettivo dell’esercizio è decentrarsi, riuscire ad uscire da se stessi e dalle proprie convinzioni.
Non si tratta, infatti, di far “vincere” una tesi sull’altra, ma di abituarsi a rapportarsi alle idee e alle tesi con quel lucido distacco e quella duttilità che fanno sì che la filosofia sia una pratica realmente trasformativa.
Buon esercizio e, come sempre, ricordate di scrivermi e condividere le vostre “buone ragioni“!
E per prenotare la vostra consulenza filosofica individuale ed allenare così la mente a liberarsi dagli schemi mentali che l’hanno ingabbiata dentro situazioni difficili, potete contattarmi scrivendo a: [email protected].
Con affetto,
Valeria e gli alunni delle classi 5^!