“Il silenzio è il vento. E’ un atteggiamento, è una fonte che nasce con te e ti accompagna fino a quando non ci sarai più. Il silenzio è una cosa che hai dentro e non sai come esprimere. Il silenzio è il tempo”.
Siamo partiti da lì, dal silenzio, da una vignetta che dice molto, anche se non riporta alcuna parola.
Poi abbiamo provato a disegnarlo il silenzio.
E allora il silenzio è diventato pace, calma, tranquillità, gioia, ma anche solitudine, paura e ansia. Il silenzio è diventato una regola, un’imposizione, è diventato talvolta sinonimo di deserto, altre di mare e montagna.
Abbiamo scoperto che esiste il “silenzio della notte” – quello in cui ogni rumore ti spaventa ed è amplificato – e il “silenzio del giorno” – quello di cui puoi godere quando stacchi un pò la spina e prendi per un pò le distanze dal mondo.
Ognuna di queste sfaccettature del silenzio è emersa dalla ricchezza e dalla profondità dei pensieri dei piccoli filosofi delle classi 4°. Il mio ruolo nei laboratori non è quello di suggerire, ma di “tirare fuori” ciò che già c’è. E i bambini (ormai quasi ragazzi!) mi rendono sempre molto facile riuscirci.
Il silenzio è l’invito della maestra che richiede attenzione ed è anche il modo in cui possiamo davvero comunicare.
Poichè solo mitigando un pò la nostra voglia di condividere tutto ciò che ci passa per la mente possiamo ascoltare attivamente l’altro e arricchirci grazie ai suoi interventi.
Il silenzio è il presupposto per ascoltarci ed è proprio da qui, dalla possibilità di portare l’attenzione a ciò che accade dentro di noi, imparando a sintonizzarci con i nostri desideri, le nostre aspettative, le nostre fragilità e le nostre potenzialità, che ripartiremo il prossimo anno, per un altro ciclo di incontri.
Grazie di cuore dunque alle insegnanti, che da anni credono nel progetto.
Grazie ai genitori, che ci sostengono con fiducia e grazie ai piccoli filosofi che sanno trasformare il mio lavoro in un percorso avvincente lungi il quale non ho ancora incontrato la parola “noia”.
Con affetto,
Valeria