Si è conclusa lunedì la nostra trasferta al Festival “Armonia” presso il Castello di Belgioioso in compagnia della collezione di gioielli spirituali Malaspirit.
Siamo arrivate con lo spirito avventuriero di chi si appresta a vivere un’esperienza nuova con tanto entusiasmo – e con un pizzico di apprensione dovuta alla nostra poca dimestichezza con il concetto di “vendita” – e abbiamo lasciato questa bellissima location con altrettanta carica positiva, con un fiume di idee (che si sono tradotte in un elenco di “to do” lungo tre pagine!) e con la voglia di continuare questo percorso.
Al termine del nostro viaggio abbiamo preso atto di quanto i mala abbiano lavorato in noi, con noi e attraverso di noi. Non si è trattato, infatti, “semplicemente” di vendere. Certo, abbiamo venduto, ed è stato istruttivo porsi “dall’altra parte del banchetto”. Il denaro è un’energia, questo ormai lo sappiamo e sappiamo che è stato caricato di condizionamenti, simboli, aspettative, paure, che spesso rendono difficile relazionarcisi con fluidità e leggerezza; per questo far fluire denaro, maneggiarlo, ringraziare per averlo ricevuto è stato molto formativo.
Ma avevamo la sensazione che anche in questo caso ci fosse in gioco qualcosa di più di uno scambio commerciale: ogni persona arrivata al nostro stand “risuonava” con un particolare mala. A volte qualcuno veniva a più riprese, faceva un giro di ricognizione – quel tanto che basta per dare alla mente l’illusione di averci pensato, di averla ascoltata – e poi tornava, ancora più convinta che il mala sul quale sin dall’inizio si erano posati gli occhi fosse proprio quello giusto. E, puntualmente, spiegato il significato della pietra abbinata al gioiello, ecco la scintilla negli occhi del “cliente”, come a dire: “Ecco perchè mi chiamava proprio questo“!
La cosa interessante è che anche noi, dall’altra parte del banchetto, sentivamo, percepivamo questa sintonia tra la persona il “suo” gioiello. Il nostro ruolo, dunque, è stato quello di fare da tramite non solo tra Bali (luogo in cui i mala vengono prodotti) e l’Italia, ma soprattutto tra il nostro interlocutore e ciò che di lui/lei in quel momento chiedeva di uscire. Ecco perchè abbiamo proposto pratiche meditative da abbinare all’acquisto dei mala o suggerito piccoli rituali per potenziare il processo di attivazione del cambiamento: perchè quelli di Malaspirit sono gioielli che lavorano sull’anima e noi stesse, in prima persona, abbiamo avuto l’impressione che questi 5 giorni siano stati una sorta di ritiro meditativo: ne siamo tornate trasformate, abbiamo portato a a galla molto e altrettanto ci siamo decise di lasciare andare.
Con molte delle persone incontrate è scattata una sintonia immediata, proprio come quella tra la persona e il suo gioiello ed abbiamo avuto l’impressione che i mala siano stati il “tramite” per farci incontrare.
Grazie, dunque, ai visitatori che, anche a più riprese, ci hanno incoraggiate dicendoci di aver percepito la cura con cui vengono realizzati i gioielli Malaspirit e di aver apprezzato il modo con il quale li abbiamo presentati.
Grazie agli altri espositori (anche a quelli che simpaticamente ironizzavano sul nostro banchetto che, come un mandala, era sempre in costruzione e decostruzione!) per averci accompagnate in questa prima esperienza con suggerimenti e consigli.
Grazie agli amici “supporters” venuti a trovarci, ad aiutarci e a darci il cambio per permetterci di attingere all’assortimento di cibi veg che abbiamo trovato decisamente molto I FiL Food!
Chiara a Valeria